Incidenti sul lavoro, dopo il martedì nero Draghi annuncia un intervento legislativo d’urgenza

Il Premier: “La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage che funesta l’ambiente economico e psicologico del Paese”

Poche ore prima che il premier Draghi e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, illustrino gli aggiornamenti al Documento di Economia e Finanza (Nadef) in Cdm, in Italia si registrano altre quattro vittime sul lavoro: due operai in Puglia (uno a Mesagne e l’altro nel foggiano), un agricoltore in Alto Adige, un altro operaio caduto da un’impalcatura all’Eur, nella Capitale. Tragedie che aggravano un bilancio, che solo nella giornata di martedì scorso, il martedì nero, aveva registrato altre cinque vittime.
La partita per il governo non è facile. Se in questi ultimi mesi il tema della sicurezza del lavoro è stato legato a doppio filo all’emergenza Covid, ora l’intervento legislativo annunciato dal premier per la prossima settimana dovrà andare ben oltre i confini della pandemia.

Pene più severe alle aziende

“Pene più severe e immediate e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro”, è la ricetta individuata da Draghi per le prime norme da mettere in campo subito. Il presiedente del Consiglio, che lunedì scorso ha visto i sindacati, li ha ringraziati più volte e poi ha citato Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che nell’intervento all’Assemblea della Confederazione ha parlato di “comitati di lavoratori e impresa”. Per Draghi sarebbe un passo utile per aumentare la collaborazione interna e quindi anche il monitoraggio sulla sicurezza. Ma, precisa il capo del governo, “i lavoratori che parteciperanno a questa operazione non sono responsabili di nulla”.

Potenziamento delle competenze e dell’organico dell’Ispettorato del Lavoro

Nelle stesse ore anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, da Reggio Calabria si sofferma sul dossier. Le norme prevedranno “sanzioni più tempestive per imprese che non rispettano le regole, possibilità di raccogliere più facilmente i dati per chi compie violazioni all’interno del tessuto economico” e il “potenziamento delle strutture di controllo”, spiega Orlando. Su quest’ultimo punto il ministro Dem esclude l’istituzione di un organismo unico sottolineando la necessità di un potenziamento delle competenze e dell’organico dell’Ispettorato del Lavoro e di una verifica più capillare del funzionamento degli uffici delle Asl.
“Purtroppo, i diversi tagli che si sono succeduti, hanno portato a un forte ridimensionamento degli organici”, sottolinea.
E il governo, nei mesi scorsi, si è già messo all’opera sbloccando un concorso per oltre duemila nuove risorse all’Ispettorato del Lavoro (800 saranno in servizio entro il 2021) e nominando il magistrato Bruno Giordano (che per anni si è occupato di caporalato) a capo dell’organismo. Basterà? No, e sono proprio Draghi e Orlando a sottolineare come servano interventi di lungo periodo.

CGIL, CISL e UIL

In questo, a dare una mano al governo, ci penserà ancora una volta Pnrr. I segretari di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, manifestano il proprio favore all’urgenza delle misure annunciate da Draghi.
Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, registra i progressi del governo ma chiede norme che “fermino le aziende sino a quando non saranno ripristinate le norme di sicurezza”. Mentre Bonomi rilancia la sua proposta di istituire “commissioni paritetiche in azienda per intervenire sugli incidenti” e chiede al governo di intervenire, più che sulle sanzioni ex post, su interventi che “facciano in modo che gli incidenti non avvengano”.

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