L’UE si è inchinata a Big Pharma. L’attacco della capogruppo di Sinistra Unitaria Europea a Ursula von der Leyen
Bruxelles – “Come ha potuto la Commissione europea accettare di inchinarsi davanti alle case farmaceutiche?”.
Comincia così l’intervento di Manon Aubry, capogruppo di Sinistra Unitaria Europea al Parlamento dell’UE, durante l’ultima seduta plenaria di febbraio.
Un’arringa di fuoco con cui la parlamentare ha attaccato la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, accusandola di aver gestito male il piano delle vaccinazioni anti-Covid perché “ho la sensazione che i grandi leader farmaceutici abbiano stabilito la strategia al posto suo”.
Contratti secretati
Non ha peli sulla lingua la giovane parlamentare francese che rincara la dose sottolineando come “non si sia informato il Parlamento riguardo ai negoziati” e, cosa forse ancora più grave, “soltanto tre contratti sono stati resi pubblici e solo grazie alle pressioni dei nostri cittadini”.
Poi Aubry mostra in aula delle copie dei contratti che sembrano passate tra le mani della CIA tanto sono secretate: “Tutte le informazioni più importanti come il prezzo, il programma di consegna e i dettagli delle clausole di responsabilità sono nascosti”. E così le case farmaceutiche possono fare il bello e il cattivo tempo anche sulle consegne, “senza alcuna sanzione, ovviamente. Perché sì, decidono i laboratori”.
Lo scandalo dei brevetti
Ma non si fermano qui le stoccate di Aubry alla presidente della Commissione che alza ancora il tiro: “Questi vaccini sono stati resi possibili grazie all’investimento di miliardi di euro di denaro pubblico ma i brevetti rimangono proprietà esclusiva di Big Pharma e di conseguenza gli stati non possono produrre su larga scala le dosi di cui il mondo ha tano bisogno. Perché sì, sono i laboratori che decidono”.
Continua Aubry mettendo alla fine la ciliegina sulla torta: i profitti. “15 miliardi di fatturato e dal 20 al 25% di margine per Pfizer. Perché sì, sono i laboratori che decidono. Ma non spetterebbe a noi, in questo luogo, stabilire la legge? Siamo in grado di imporre ai nostri cittadini restrizioni senza precedenti ma non siamo in grado di stabilire regole per le grandi case farmaceutiche. Che confessione di impotenza, signora Von der Leyen”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.