I legali finiti in cella fornivano la documentazione fasulla che attestava residenze fittizie e false assunzioni di soggetti richiedenti asilo
Crotone – Questa mattina, personale della Polizia di Stato, su richiesta della Procura della Repubblica di Crotone, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di numerose persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, traffico d’influenze illecite, e corruzione.
Gli arresti sono la conseguenza di quanto emerso nel corso di un’articolata indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia e dal Sostituto Procuratore Alessandro Rho, svolta dai poliziotti della Squadra Mobile di Crotone avente a oggetto due associazioni dedite alla commissione di una serie indeterminata di reati finalizzati a favorire la permanenza illecita, sul territorio dello Stato italiano ed europeo, di soggetti richiedenti asilo.
Documenti falsi per agevolare il titolo di soggiorno
In particolare, nel corso dell’indagine, sono emerse due distinte associazioni aventi ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero specializzate nelle predisposizione di documentazione falsa attestante residenze fittizie e false assunzioni nei confronti di soggetti richiedenti asilo, per lo più di nazionalità curdo irachena, interessati a ottenere il riconoscimento di una forma di protezione internazionale, non in quanto bisognosi di essere salvaguardati dal loro stato di origine, bensì solo per ottenere un titolo di soggiorno che garantisse loro la libertà di movimento sul territorio italiano ed europeo. A fronte di tali prestazioni i richiedenti asilo erano disposti a pagare delle somme di denaro.
I promotori della truffa
Promotori e partecipi delle due associazioni erano soggetti stranieri residenti o dimoranti nel crotonese e nelle province limitrofe, avvocati compiacenti, mediatori culturali e poliziotti in servizio all’Ufficio Immigrazione della Questura, nonché un dipendente della Prefettura in servizio presso la Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale e un appartenente alla Polizia Locale di Crotone.
I membri stranieri dell’associazione e i mediatori culturali, in contatto con i connazionali stanziati in Iraq o all’estero, fungevano da intermediari e procacciatori per i legali compiacenti i quali predisponevano documentazione falsa o attestazioni fasulle circa la presenza sul territorio nazionale del richiedente asilo per conto del quale avanzavano la richiesta soprattutto presso le Questure di Crotone, Catanzaro.
Un giro collaudato
Una volta avviata la pratica il richiedente, che si trovava in Iraq, veniva avvisato della fissazione dei vari appuntamenti previsti dalla procedura ossia fotosegnalamento, audizione della Commissione Territoriale e, infine, ritiro del permesso di soggiorno, in occasione dei quali giungeva in Italia tramite aereo munito di regolare visto turistico, per poi ripartire facendo rientro nel paese da cui chiedeva di essere protetto.
Nel corso dell’indagine si accertava, inoltre, il ruolo ricoperto dai vari pubblici ufficiali i quali o erano consapevoli della strumentalità delle richieste, ma comunque si prestavano ad assecondare il sistema illecito oppure, in alcuni casi, a fronte di somme di denaro e/o regalie, acceleravano le pratiche per i richiedenti o, in altri, attestavano falsamente le residenze degli stranieri.
Gli arresti
Il Giudice per le Indagini Preliminari, Romina Rizzo, ha disposto la misura del carcere per 15 soggetti e gli arresti domiciliari per i restanti 9. Complessivamente sono 90 gli indagati segnalati alla Procura.
Fra loro ci sono anche gli avvocati Sergio Trolio, Andrea Falcone, Gianluca Malena, Irene Trocino, e Gabriella Panucci, gli agenti di polizia Salvatore Panciotto e Rocco Meo, il vigile urbano Alfonso Bennardis e un dipendente della Prefettura presso la Commissione territoriale, Gennaro Mazza.
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