Spaccio, armi e ‘ndrangheta: colpito a Milano il clan Barbaro-Papalia di Platì

Milano – Si chiama “Quadrato 2”.
È l’operazione congiunta dei carabinieri di Corsico e Reggio Calabria che stamattina ha colpito il clan Barbaro-Papalia di Platì, che nell’Hinterland milanese riforniva di cocaina e marijuana le piazze di spaccio dei quartieri di edilizia popolare tra Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone, attraverso una delle sue articolazioni territoriali, la locale di Corsico-Buccinasco.

L’inchiesta è scattata grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che hanno permesso di accertare il reato associativo e di individuare l’organigramma e la specifica suddivisione dei ruoli tra gli affiliati.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati 7 arresti in flagranza e recuperati circa 1 Kg. di cocaina, 100 gr. di hashish e 2 kg e mezzo di marijuana.
In totale sono state 17 le ordinanze di custodia cautelare eseguite, con accuse che vanno dalla detenzione di armi clandestine all’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana.
Dieci affiliati sono in carcere, cinque agli arresti domiciliari e su per due vige l’obbligo di presentarsi alla polizia. Aa altri due, inoltre, è contestata l’aggravante del metodo mafioso.

L’operazione di oggi è la continuazione dell’indagine “Quadrato”, avviata nel 2018 e partita dalle denunce dei residenti del quartiere popolare Quadrato, a Corsico, dove era attiva una piazza di spaccio. L’attività, coordinata dalla DDA di Milano, si era conclusa a ottobre 2018 con l’arresto di tre fratelli della famiglia Barbaro: Antonio, Francesco e Salvatore, tutti condannati al termine del rito abbreviato con pene che vanno dai 9 ai 13 anni.

La ‘ndrina Barbaro-Papalia è stata colpita in tribunale anche recentemente: il 22 giugno scorso i giudici di Locri hanno pronunciato condanne per oltre 900 anni di carcere nel maxi processo scaturito dall’indagine “Mandamento Jonico”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.