Turchia: assolti due attivisti e uno scrittore. Ma fare giornalismo è ancora pericoloso

IL GIORNALISMO NON É UN REATO: ASSOLTI IN TURCHIA DUE ATTIVISTI E LO SCRITTORE

Dopo un incubo durato quasi tre anni per il mero fatto di aver difeso la libertà di stampa in Turchia, il 17 luglio Şebnem Korur Fincancı, Erol Önderoğlu e Ahmet Nesin sono stati finalmente assolti.Erol Önderoğlu (rappresentante per la Turchia di Reporter senza frontiere e membro dell’International Press Institute), Şebnem Korur Fincancı (presidente della Fondazione per i diritti umani della Turchia) e lo scrittore Ahmet Nesin erano stati arrestati nel 2016 per aver aderito a una campagna di solidarietà, accettando di dirigere per un giorno il quotidiano curdo Özgür Gündem, ora chiuso.

“Questo caso non avrebbe mai dovuto essere aperto. Sin da subito è apparso chiaro che le assurde accuse rivolte contro di loro e altri che avevano preso parte alla campagna di solidarietà con Özgür Gündem avevano l’obiettivo di ridurre al silenzio e intimorire i difensori dei diritti umani, i giornalisti e l’intera società civile turca”, ha dichiatato Milena Buyum, campaigner di Amnesty International sulla Turchia.

“Purtroppo altre persone che avevano preso le difese di Özgür Gündem sono ancora sotto inchiesta o sono state già condannate. Chiediamo alle autorità turche di annullare tutte le accuse e porre fine all’accanimento giudiziario nei confronti dei difensori dei diritti umani”, ha concluso Buyum.

Delle 56 persone che avevano preso parte alla campagna di solidarietà, ne sono state poste sotto inchiesta 49. Trentotto di queste sono state rinviate a processo.

I 31 processi portati a termine hanno visto quattro assoluzioni e 27 condanne per un totale di oltre 24 anni di carcere e 10.500 euro di multe.

In due casi, le sentenze contro i “direttori per un giorno” non sono state sospese e il difensore dei diritti umani Murat Çelikkan e la scrittrice e giornalista Ayşe Düzkan sono stati condannati rispettivamente a due e a cinque mesi. Sono poi stati rimessi in libertà vigilata.

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.