Solidarietà

Avete presente quello spot pubblicitario degli anni Ottanta molto conosciuto?


Quello dove il prof entrando in aula al suono della campanella, mentre gli alunni si dispongono nei banchi, si imbatte nella confezione intonsa di un preservativo per terra. La prende in una mano, si avvicina alla cattedra, la alza e la mostra a tutti e chiede “di chi è questo? “. Non ottiene risposta e ripete con fare inquisitorio: “Allora, di chi è questo?”.
Gelo nella classe, presumibilmente di liceali. Sguardi interrogativi che si incrociano. Poi finalmente un ragazzo si alza e dice guardando negli occhi il docente “E’ mio”.
Un attimo e uno dopo l’altro si alzano altri compagni di classe “E’ mio”, “E’ mio”, “E’ mio”. E’ evidente il riferimento alla scena de “L’attimo fuggente” film del 1989 di Peter Weir con Robin Williams nei panni del professor John Keating e Hetan Hawke in quelli di Todd Anderson che sale sul banco e ne richiama l’attenzione pronunciando la frase “ O capitano! Mio capitano! “ – l’incipit della poesia dedicata dal poeta statunitense Walt Whitman alla figura di Abraham Lincoln nel 1865 in occasione della morte del presidente degli Stati Uniti – seguito dai compagni della sua classe. Con un messaggio, che è quello di Keating/Williams, a guardare le cose da angolazioni diverse.

Ecco, lo spot che pubblicizzava appunto un profilattico, “Control nature”, con slogan “liberi di amarsi con il cuore” mi è tornato in mente razzolando sui social e trovandomi di fronte a tanti post di solidarietà nei confronti di alcuni rappresentanti del centrodestra a processo per le spese pazze di alcuni politici del consiglio regionale fra gli anni 2010 e 2012 che si avvicinavano al giorno della sentenza.

Roberta Gasco

Ho visto privati cittadini, politici di lungo, medio o breve corso, aspiranti tali, spin doctor, governatori.
Prima della sentenza, persino interfacciati alla propaganda elettorale per europee e comunali, e a sentenza avvenuta, con tanto di condanne. Così per dire, si va dai 2 mesi di Roberta Gasco ex consigliere regionale, moglie di Elio Mastella, il figlio del settantaduenne Clemente, sindaco di Benevento  e prima di Ceppaloni, ex ministro del lavoro e della previdenza sociale, ex ministro guardasigilli, ex parlamentare europeo, ex vicepresidente della Camera dei Deputati, ex senatore, ex deputato.
Con capacità di riciclarsi immense: ex DC, CCD, CDR, UDR, UDEUR, Forza Italia, Popolari per il sud, UDEUR 2.0, per ritornare a Forza Italia. Per la cronaca  Clemente Mastella è pure giornalista. E, sempre per la cronaca, Roberta Gasco, ossia la nuora di Mastella senior è l’unica ad aver ricevuto in questa tornata una pena sotto i due anni. Che però sono aggiuntivi alla precedente condanna di 2 anni e 2 mesi. Perché per gli altri, comunque, si va da un minimo di 2 anni ad un massimo di tre anni e 5 mesi per l’ex viceministro di Danilo Toninelli Edoardo Rixi. Le imputazioni per cui sono stati condannati parlano di peculato e falso ideologico e per alcuni, Edoardo Rixi, Francesco Bruzzone e Matteo Rosso ancora sul palcoscenico della politica nonostante il coinvolgimento nel processo per le spese pazze è prevista anche l’interruzione dai pubblici uffici – perpetua per Rixi e per la durata della pena per Bruzzone e Rosso – e la confisca dei beni. Cinquantaseimeila euro per Rixi, 5 mila euro per Bruzzone e 29 mila a Matteo Rosso.


Sin qui la lex, dura lex e, soprattutto, come fa sapere sul suo post facebook il senatore di Forza Italia Roberto Cassinelli: “Ho grande rispetto per il lavoro dei magistrati e accolgo le sentenze di primo grado con lo spirito di chi crede alla presunzione di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva”, epperò tanto per rifarci agli  anni Ottanta/Novanta ricordo il clima nel paese il 30 aprile del 1993 con relativi lancio di monetine contro Bettino Craxi all’uscita dell’Hotel Raphael.
Secondo il racconto di Filippo Facci, per esempio, quella notte sarebbe nata l’antipolitica.
Altri tempi, oppure altri parlamentari ma stessi partiti più o meno racconta “La Repubblica” in un articolo dedicato alle risse dei parlamentari in aula “16 marzo 1993.
Durante il dibattito sulla questione morale, il leghista Luca Leoni Orsenigo espone in aula un cappio da forca, agitandolo verso i banchi del governo.
Alcuni deputati cercano di raggiungere i banchi della Lega Nord e solo un fitto cordone di commessi impedisce il contatto fisico”. E ancora “19 maggio 1993 – Durante la discussione della riforma Rai, il deputato missino Teodoro Buontempo cerca di parlare in aula con un megafono e, all’ordine di consegnarlo, scappa per le scale dell’emiciclo rincorso dai commessi. Il vicepresidente lo richiama e poi lo espelle insieme al collega di partito Marenco che ha urlato “ladri-ladri” e altro”.
Oppure “21 settembre 1994 – Il progressista Mauro Paissan, relatore del decreto “salva-Rai”, è interrotto da un boato di proteste provenienti soprattutto dai banchi di Alleanza Nazionale. Un gruppo di deputati di An travolge il muro di commessi piazzati nell’emiciclo e ad avere la peggio è Francesco Voccoli, Prc, messo ko da un pugno mentre faceva scudo a Paissan. Anche un commesso deve ricorrere alle cure dell’infermeria”. Infine neppure l’avvicinarsi delle ferie “ 2 agosto 1996 – Scambi di insulti e strattoni tra deputati di Polo e Lega nella discussione sul finanziamento dei partiti. Il leghista Cavaliere salta un banco e cerca di raggiungere il deputato Giovine e altri esponenti di Forza Italia. Rotti gli occhiali a Vittorio Sgarbi”.
Insomma altro clima. E una volta ci si dimostrava inossidabili e tuttomuscoli in aula. Così, al massimo, la solidarietà viaggiava sul filo del telefono o sulle frequenze del cellulare. E veniva raccontata a mezza voce.


Adesso al contrario è, o deve essere, tutto in piena luce. Ed è diventato tutto un post sulla presunzione di non colpevolezza e su quanto è bravo e retto l’amico mio. L’ultimo, quello del Governatore Giovanni Toti con Edoardo Rixi al fianco: “DOLORE PER LA CONDANNA DELL’AMICO EDOARDO, PREOCCUPAZIONE PER LA PERDITA DI UN RIFERIMENTO FONDAMENTALE PER LA LIGURIA A ROMA”, ha suscitato uno sciame di critiche degli oppositori, mentre qualcuno con il fiuto lungo fa riferimento alle grandi manovre di avvicinamento di Toti alla Lega in vista del grande salto dell’addio definitivo a Berlusconi e della creazione del suo partito. Sia come sia, il clima è cambiato e nessuno più si interroga sulla politica che in questo momento, pre e post elettorale, ha attirato l’attenzione dei magistrati.
Oddio qualcuno che parla ancora di complotto, esattamente come Berlusconi, c’è.
Ma sono messe dette. Percio’ meglio un post con inquisiti e poi condannati ( tutti) in primo grado. Che poi il processo “spese pazze”, per dirla proprio tutta, rappresenta la classica arroganza della casta dei politici. Vini, mutandine, viaggi, cene e pranzi al ristorante, pernottamenti in alberghi di lusso, con mogli, famiglia, fidanzate, amanti. Scontrini e ricevute raccogliticci, di tuti i tipi e di ogni provenienza come prova per ottenere il rimborso. A piè di lista. E fra i partiti tutti rappresentati, senza esclusione, da destra a sinistra e da sinistra a destra, con uno o due esponenti inquisiti. Giovani, meno giovani, anziani, vecchi leoni, ex e neo sindaci, politici di lungo corso. Professionisti, ex sindacalisti… un sistema insomma, come fu per Mani pulite. Nonostante dai banchi della sinistra si affannassero a continuare ad agitare la questione morale.

Filippo Facci

E Filippo Facci sostiene che “Mani pulite” fu l’inizio dell’antipolitica.
Solo che l’antipolitica adesso è al governo. Con gli esponenti dei CinqueStelle e quelli della Lega, che allora andava all’attacco del sistema con quello slogan tutto padano… “Roma ladrona”. Beh adesso un post non lo si nega a nessuno anche a chi, primo grado o no, si ritrova con il rischio dell’interdizione dai pubblici uffici. E i postatori autisticamente continuano a ribadire… “Ma lui no, che è un bravo ragazzo”. Peculato e falso ideologico. Già peculato: Appropriazione indebita, o distrazione a profitto proprio o altrui, di denaro o altro bene mobile appartenente ad altri, commessa da un pubblico ufficiale che ne abbia il possesso in ragione del suo ufficio.  Che poi è il classico caso del politico che approfitta del suo ruolo per farsi i fatti suoi.  E falso ideologico.

Il falso ideologico è un comportamento consistente nell’attestare, in un documento che non sia stato materialmente falsificato, un contenuto non corrispondente alla realtà. Insomma quegli scontrini e quelle ricevute…. carta straccia. Tipici reati da politici, succubi dell’arroganza da potere.
Ma via con i post di solidarietà… “Sebbene che è un bravo ragazzo…”

Che poi vorrei dire che il governatore Toti almeno una sua coerenza l’ha dimostrata. Per quanto riguarda la solidarietà. In ospedale a informarsi delle condizioni di Stefano Origone, il collega de “La Repubblica” malmenato da un gruppo di poliziotti e salvato da un loro collega  ci è andato, e va detto .
Altri politici di centro destra, compreso il nostro sindaco Marco Bucci, la solidarieta’ se la sono scordata. Anzi qualcuno ha persino criticato i messaggi di solidarietà dell’ordine dei giornalisti e dell’associazione, argomentando, a mio parere strumentalmente, che nessuno mai solidarizza con gli esponenti delle forze dell’ordine. Vabbè benaltrismo.
Ma  ormai va così’, perché per molte di queste persone, leoni da tastiera imbevuti di antipolitica a targhe alterne, anche i giornalisti sono una vil casta dannata.
Prezzolati e servi del potere. Al pari di tanti politici, comunque sempre quelli della sponda opposta. Mai quelli della loro. Quelli sono sempre bravi ragazzi.
Insomma l’onda lunga dell’antipolitica, quella che Facci sosteneva essere nata dalle monetine dell’Hotel Raphael lanciate all’inidirizzo Di Bettino Craxi e quella di “Roma ladrona”, si è impantanata.
Come diceva Giulio Andreotti…. “Il potere logora chi non ce l’ha” e chi ce l’ha spesso si aggiusta.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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