‘Ndrangheta: sequestrati 115 milioni di euro al gruppo imprenditoriale Bagalà, legato alla cosca Piromalli – VIDEO

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Reggio Calabria – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Gianluca Gelso, con i quali è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione del sequestro in relazione all’ingente patrimonio, costituito da imprese commerciali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibile a BAGALA’ Giuseppe cl. ’57, BAGALA’ Francesco cl. 90,BAGALA’ Luigi cl. ’46 e BAGALA’ Francesco cl. ’77.

I nomi sono emersi durante diverse operazioni di Polizia coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria –  Direzione Distrettuale Antimafia, dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Reggio Calabria della Guardia di Finanza.
Nell’Operazione “Ceralacca” tra il 2012 e il 2014 furono emessi 25 provvedimenti di custodia cautelare (associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio), tra cui comparivano  BAGALA’ Giuseppe cl. ’57 e BAGALA’ Francesco cl. 90,nonché di provvedimenti cautelari reali su 15 imprese, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato in circa 48 milioni di euro. Al riguardo, nell’ambito delle suddette indagini si riteneva che il gruppo criminale guidato dai fratelli BAGALA’ Giuseppe cl. ’57 e Carmelo cl. ’59, che vedeva i rispettivi figli quali primi punti di riferimento, avesse alterato numerose gare indette sia dalla SUAP di Reggio Calabria che dalla SORICAL S.p.a. di Catanzaro, con la complicità sistematica di dipendenti infedeli delle due stazioni appaltanti, con modalità di alterazione delle gare che mutavano a seconda della stazione appaltante coinvolta. 

Nell’ Operazione “Cumbertazione”, conclusasi nel 2017, 27 soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’art. 7 L. 203/1991, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, tra cui i citati proposti BAGALA’ Giuseppe cl. ’57, BAGALA’ Francesco cl. 90, BAGALA’ Luigi cl. ’46 eBAGALA’ Francesco cl. ’77, nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro.

Questa operazione aveva rivelatogli interessi e le connessioni di gruppi imprenditoriali di Gioia Tauro (in particolare, collegati alla famiglia BAGALÀ) con l’articolazione di ‘ndrangheta dei Piromalli, operativa nel relativo territorio, cosca che,  attraverso gli imprenditori  collusi , avrebbe acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dal Comune di Gioia Tauro e da quelli limitrofi, nonché da altri enti quali l’ANAS S.p.A.
In tale indagine erano stati riscontrati sofisticati sistemi di turbativa d’asta – tra cui, un cartello composto da oltre 60 società che, attraverso la presentazione di offerte precedentemente concordate, era stato in grado di turbare nel periodo 2012/2015 almeno 27 gare indette da plurime stazioni appaltanti per un valore complessivo superiore a €. 90.000.000 – nonché la cornice ‘ndranghetistica in cui le vicende delittuose si erano inserite, soprattutto in virtù dell’opera del gruppo imprenditoriale dei BAGALÀ che si muoveva grazie alla sua “vicinanza” alla cosca “Piromalli”.

Ultima in ordine di tempo l’operazione “Martingala” del 2018, condotta dal Nucleo PEF/GICO e dalla Direzione Investigativa Antimafia – Centro Operativo di Reggio Calabria, nei confronti di un articolato sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti tra cui – a vario titolo – quelli di associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l’aggravante – per alcuni di essi – del metodo mafioso – tra cui risultano allo stato indagati i predetti BAGALA’ Giuseppe cl. ’57 e BAGALA’ Francesco cl. 90 – e conclusa nei primi mesi del 2018 con l’esecuzione di n. 27 provvedimenti restrittivi personali nonché di provvedimenti cautelari reali nei confronti di51 società – anche estere – partecipazioni sociali, beni mobili e immobili, disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo stimato in circa €. 119.000.000. Emersero anche rapporti tra SCIMONE Antonio cl. ‘73, BARBARO Antonio cl. ’48,NIRTA Bruno cl. ’48 – il BARBARO Antonio e il NIRTA Bruno indicati rispettivamente quali intranei alle cosche “Barbaro” detti “I Nigri” di Platì (RC) e “Nirta” detti “Scalzone” di San Luca (RC) – e i citati BAGALÀ Giuseppe cl. ’57 e BAGALA’ Francesco cl. ’90, i quali, si erano associati tra loro – con l’aggravante di agevolare la ‘ndrangheta – al fine di consumare una serie indeterminata di reati connessi e conseguenti alla gestione delittuosa di flussi economici, costituendo – attraverso lo SCIMONE – società all’estero al fine di riciclare fraudolentemente ingenti somme di denaro derivanti da “fondi neri” creati attraverso le proprie attività illecite e giustificati da apparenti rapporti commerciali.

Complessivamente con i provvedimenti in questione è stato disposto il sequestro: di 5 imprese commerciali operanti nel settore della realizzazione di grandi opere edili e infrastrutture; quote societarie relative a 6 imprese; 161 immobili (fabbricati e terreni); n. 7 autovetture e beni di lusso; rapporti finanziari e assicurativi, nonché disponibilità finanziarie, per un valore  determinato di 115 milioni di euro.

 [/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/1ssnIBqNe_k”][/vc_column][/vc_row]

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *