‘Ndrangheta, operazione “Gioia Tauro ai Castelli”: colpiti gli interessi della cosca Molè a Roma

La Polizia di stato sequestra la struttura ricettiva “Il Redentore” e altri beni e immobili tra Rocca di Papa e Gioia Tauro. In arresto titolare e prestanome

Roma– Il GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale D.D.A., ha arrestato Agostino e Francesco Cosoleto, Teodoro Mazzaferro e Maria Luppino, responsabili, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori in concorso per evitare il sequestro dei beni. Nel medesimo procedimento risulta indagata anche Maria Teresa Molè.
La Procura ha sequestrato le quote della società Il Casale Srls con sede in Rocca di Papa, la ditta Il Redentorecomprese le merci in inventario e i conti correnti bancari.
Nel sequestro sono inclusi anche alcuni immobili nel comune di Gioia Tauro, per un totale di 4 milioni di euro.
L’indagine ha evidenziato l’ascesa imprenditoriale di Agostino Cosoleto nonostante le cifre esigue delle dichiarazioni dei redditi.

Legami di sangue tra le principali ‘ndrine

Agostino Cosoleto, già pregiudicato, è un personaggio noto per essere legato alla ‘ndrangheta operante nel cd. mandamento tirrenico, ossia nella fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria.

Innanzitutto, ha legami di sangue con l’articolazione della ‘ndrangheta di Castellace di Oppido Mamertina. Infatti sua madre, Domenica Mammoliti  era la sorella di Saverio Mammoliti, detto Saro,  capo indiscusso dell’omonima cosca alleata dei Piromalli e dei Molè grazie al matrimonio con la figlia del boss Rocco Molè, ucciso nel febbraio del 2008. Agostino Cosoleto ha vincoli di parentela anche con Teodoro Mazzaferro, famiglia da sempre alleata dei Piromalli e dei Mammoliti. Infatti, sua sorella,Maria Catena, è moglie di  Teodoro Mazzaferro.

I Cosoleto già arrestati nell’Operazione Maestro

In passato, la famiglia Cosoleto fu coinvolta in reati di associazione a delinquere di stampo mafioso.
In particolare, nel dicembre del 2009, nell’ambito operazione “Maestro” la Procura Distrettuale di Reggio Calabria, arrestò Agostino e il figlio Francesco, in quanto appartenenti alla cosca Molè. Agostino, condannato in primo grado con giudizio abbreviato, fu assolto in appello, mentre Francesco, giudicato con rito ordinario, venne assolto dal Tribunale di Palmi.
Successivamente alla loro scarcerazione, i Cosoleto decisero di allontanarsi da Gioia Tauro trasferendo i loro interessi economici nella zona dei Castelli Romani.

Riciclaggio nei Castelli Romani

Nel febbraio del 2015 Agostino Cosoleto, insediatosi stabilmente nel territorio dei Castelli Romani insieme a tutta la famiglia, intraprende l’attività di ristorazione, che verrà intestata formalmente alla società “il Casale s.r.l.s.”, di cui il figlio Francesco è risultato essere socio e amministratore unico.  Agostino, tramite l’intermediazione del cognato Teodoro Mazzaferro, ottiene, attraverso un contratto di comodato di azienda commerciale, la conduzione di un’attività di ristorazione e bed & breakfast ubicata a Rocca di Papa (RM). Nelle campagne romane le aziende delle cosche riciclavano il denaro proveniente da operazioni illecite.

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