Grandeur

 

La testata di Zidane a Materazzi

Pensavo che in vista dei ballottaggi, tornando ad occuparci di politica nazionale, un po’ dell’odio nazionalistico insieme al campanilismo che ha pervaso la rete dopo l’infortunio di Macron- sollecito nel darci lezioni di vita e di stile nella vicenda dell’ospitalità ai profughi – andasse via via scemando.

E passi trasferirlo nelle partite dei mondiali di calcio, in cui era necessario gufare i blues della Francia e in contemporanea, o quasi, la squadra degli svedesi, che come fiammiferi ha bruciato tempo fa le nostre speranzee aspirazioni di partecipare. Odio ormai atavico quello nei confronti della squadra Ikea, visto che a suo tempo, in occasione degli europei di calcio del 2004, impattando 2 a 2 con la Danimarca nella gara di Oporto, ci eliminò dai mondiali senza farci nemmeno vedere gli ottavi. In quell’occasione si parlo’ di “biscotto”. Attuale possibilita’ di “biscotto”,  eliminata, senza se e senza ma dal gol nel finale dei tedeschi di Kroos proprio nella partita con la Svezia. A riprova che Frau Merkel e il suo popolo sono altra cosa. E, comunque, in quanto a odio calcistico pure i francesi nei nostri confronti non dovrebbero scherzare dopo la testata a Materazzi con espulsione di Zidane e il rigore di Grosso nella finalissima del 2006 di Berlino. Insomma, pensavo che in questa estate bizzarra, ci si sarebbe limitati ad un sano gufaggio calcistico.

Grandeur
Francesco Maresca

Poi, proprio sabato, alla vigilia dell’onomastico del Governatore Toti, che di nome fa Giovanni, come il decollato, sbirciando su facebook, mi capita questo pensiero perentorio del consigliere delegato di Bucci Francesco Maresca. Riflessione alta, postata a caratteri tutti maiuscoli sul sito di sua ideazione “Liguria si muove”. Sito che dovrebbe portarlo dritto dritto alla candidatura per le prossime regionali. Insomma, spezza il pane Maresca “NESSUNA LEZIONE DA CHI NON SI FA il BIDET NEMMENO IN ESTATE”. E qualcuno, in vena di ricerche antropologiche pure lui, completa il quadro commentando che non utilizzano neppure lo spazzolino da cesso. Insomma momenti perlomeno elevati, se non addirittura aulici. Mi sarei aspettato, magari, una disquisizione sulle nuove misure che il Comune intende apportare per i proprietari di cani per scongiurare i cattivi odori dovuti alle loro “pipi” all’aria aperta, visto che Maresca è stato a lungo segretario Ligure del gruppo animalista dell’ex ministro Brambilla. Perche’, in fondo sempre di bisogni e igiene si tratta.

E, insomma, il centro destra ligure in questi giorni, andando oltre ai sanitari, qualche spunto di riflessione in più ce lo avrebbe pure. Prendete per esempio il ballottaggio di Imperia fra l’ex ministro Claudio Scajola e l’esponente della lista civica appoggiata da Forza Italia, l’architetto Luca Lanteri, una volta suo delfino ma in questa occasione sfidante appoggiato dal governatore Giovanni Toti. Ma, probabilmente, con Scajola dato per sicuro vincitore occorreva guardarsi bene dal commentare, proprio per non incrinare precedenti equilibri. O disastrare possibili future convergenze.

 

Grandeur
Claudio Scajola

Monica Magnani, altra esponente arancione durante la campagna elettorale di Bucci, con l’onesta’ che le è propria da sempre, osserva a seggi scrutinati “Quello strano caso ligure in controtendenza su tutto il territorio nazionale ove vince senza partiti un uomo definito “il barbablù”, senza insultare o aizzare le folle contro un nemico. Probabilmente l’ eccezione che conferma la regola, però sticazzi, una rivincita personale doverosa da riconoscere”. Insomma la rituale resurrezione di un uomo descritto come Barbablù dai suoi attuali avversari ma che in politica ha dimostrato di avere più vite di Lazzaro. E magari a sua insaputa… o forse no. Impresa quella del redivivo Scajola che probabilmente avrebbe meritato qualche commento in piu’. Ma la prossima tenzone elettorale e’ alle porte e dunque perché rischiare per impudenza, imprudenza o smania comunicativa di perdere appoggi e amicizie costruiti con tanta fatica ? Percio’, grandeur di certa politica meglio parlare di calcio, o ancora meglio di bidet disertati. O di rimpianti per gli spazzolini da cesso non utilizzati.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *