Genova dopo il voto. L’analisi di Gianni Crivello

Genova“Abbiamo perso il contatto con la cittadinanza più in difficoltà”.
Dopo la batosta del 25 giugno, Gianni Crivello rilegge questa campagna elettorale e non risparmia i rimproveri al Centro Sinistra e a sé stesso: “L’analisi deve partire da un punto irrinunciabile, da un’autocritica forte. Noi abbiamo anche perduto in zone, come quella del Fereggiano, dove nel 2018 si conclude lo scolmatore. Non siamo riusciti, evidentemente, a comunicare in maniera adeguata”.

Già. Così non va, occorre cambiare linea. Il Centro Sinistra ha perso nei quartieri popolari, stremati da un’amministrazione che ha continuato a relegarli a periferie, ops policentri, con tante servitù e pochi diritti. Pensiamo a Ca’ Nova, a Campi, a Cornigliano.
“Dal punto di vista dell’analisi politica, sociologica, istituzionale – continua – è, davvero, quasi inspiegabile. La sensibilità della Lega a fronte di tutta una serie di questioni mi lascia realmente perplesso”.
I campanelli d’allarme c’erano e Crivello deve ammettere che “è cambiato il mondo e bisogna rifare un’analisi attenta di una città che non si può più definire rossa. Solo quando capisci i cambiamenti, anche sociali, sei nelle condizioni di poterli affrontare nel migliore dei modi”.

I QUARTIERI POPOLARI DOVE CRIVELLO NON HA VINTO

Su Marco Bucci è scettico: “Non credo che questa amministrazione, dinnanzi alla quale mi inchino visto il risultato, sarà nelle condizioni di poter mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale“, tuttavia non chiude le porte a una collaborazione se “è tesa a servire la mia città”. Poi avanza un avvertimento: “È chiaro che noi saremo delle sentinelle democratiche per verificare che tutto si faccia nell’interesse dei cittadini”.

A chi è sfiduciato da una Sinistra che in questa campagna elettorale non ha mai detto cose di Sinistra e si è omologata tendendo al ribasso, risponde: “Io sono convinto che le differenze ci siano eccome. Forse non siamo proprio riusciti, io non sono riuscito, a evidenziare con più forza che il cuore di un programma per un progetto nuovo di città è individuare la persona, la solidarietà, come elemento centrale. La differenza sta proprio qua. Io non so se Bucci lo farà. Se sarà in grado di farlo con 9 rappresentanti della Lega in Consiglio Comunale. Perché essere di sinistra vuol dire guardare a tutti, al futuro della città, ma prestando attenzione a chi ha più problemi”.

Quindi ammette, senza mezzi termini, di aver trovato in questi mesi “livore nei confronti del segretario nazionale del PD, Renzi, e un clima cha ha avuto riscontro e conferma nei risultati nazionali: un vento che spira verso il Centro Destra che ha penalizzato il Centro Sinistra e ha penalizzato il PD”. Anche se poi precisa che “qua siamo riusciti a costruire attorno ad un nome un’alleanza che altrove è stata improponibile”.
Certamente Renzi paga la sua arroganza sul referendum, sulla legge elettorale… La sconfitta del 4 dicembre scorso avrebbe dovuto far riflettere, così come avrebbero dovuto far riflettere le lotte intestine tra i sostenitori del SÌ e quelli del NO, che hanno diviso persino l’ANPI. Un terremoto politico annunciato. “Certamente tutto questo ha contribuito – ammette Crivello – Bisogna, però, guardare ancora più indietro. Penso alle politiche che hanno visto il M5S primo partito, alle regionali del 2015. Anche in queste circostanze ci sono delle analogie: non sono tanto gli altri ad aver vinto, quanto noi ad aver perso. E le regionali ne sono veramente l’esempio. Siamo stati individuati, diversamente che in passato, come una coalizione non credibile per poter governare la città e il Paese”.

Alle voci che lo danno dimissionario ribatte che “sarebbe irrispettoso nei confronti dei più di 90.000 cittadini che mi hanno votato” e poi molla una stoccata a Bucci: “Ricordo che Bucci, quando ci venne rivolta la domanda su cosa avremmo fatto in caso di sconfitta, rispose che sarebbe andato al mare, salvo poi dire che si era sbagliato. Io già allora confermai che avrei fatto la mia parte, la mia opposizione dura, seria, serena. Non sono legato a una poltrona, ma ho preso un impegno e lo voglio portare avanti”.

In chiusura ci dà conferma che non c’è stato nessun intervento di Bucci in merito allo sblocco dei risarcimenti ai parenti delle vittime del Fereggiano, e promette di inviarci una lettera che lo dimostra. La pubblichiamo qui sotto, digitalizzata.

Simona Tarzia

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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