Campagne elettorali, promesse, biciclette e puzza di bruciato

Ci sono persone che hanno maggiori responsabilità morali e sociali di altre. Hanno, in un certo senso, la custodia dei sogni e dei desideri di alcune persone e, a volte, di tantissime altre. Non sono ruoli imposti dalla società, sono scelti da quelli che con un’espressione un po’ abusata vengono definiti leader.
Sono leader nei comportamenti, nel modo di esprimersi, nel proporre progetti e perché no, nel creare aspettative. Succede con cantanti, scrittori, attori, calciatori, politici.
Succede, insomma, con quei personaggi che incarnano ciò che vorremmo essere e che per pochi momenti ci regalano sogni.

Ricordo un Sanremo del 1986 quando incontrai i Depeche Mode in un bar. Una birra tira l’altra e passammo un paio d’ore a chiacchierare.
Non mi piaceva la loro musica perché probabilmente loro erano avanti e io poco intenditore. Li trovai molto gentili, “normali” mi trattarono alla pari. Divennero i miei preferiti e mi feci pure andare bene il loro sound un po’ cupo e con troppe eco.
A volte basta poco per ribaltare le opinioni delle persone. Il tuo attore preferito? Lo incontri e scopri che è irritante come l’avviso di una raccomandata nella cassetta della posta. Ma da giovani tutto scorre, tutto cambia. In teoria con l’avanzare dell’età ci si dovrebbe fornire di corazza anti-miti, ma tant’è i miti servono per darsi un traguardo, per rifarsi a loro e non vedere come siamo realmente. Martedì, in Consiglio Comunale sono successe due cose fastidiose.
L’ennesimo atto di arroganza del Sindaco di Genova nell’aver girato le spalle ai suoi elettori senza considerare che i conti non si fanno senza l’oste. Sapeva già dal mattino di non avere la maggioranza e ha deciso comunque di entrare in rotta di collisione con la città. Ma nel suo sacrificio, non trovo nulla di eroico perché in realtà la credibilità politica l’aveva persa molto tempo fa. Il secondo punto è il trattamento ricevuto da Enrico Pignone, persona che conosco da anni e stimo e che è stato politicamente massacrato in aula. Se lo meritava? Non lo so e in questo frangente dichiaro la mia debolezza. Voglio essere di parte e pensare che sia stato messo in mezzo, che si sia perso strada facendo. Possibile che un uomo sempre a contatto con i cittadini e i loro bisogni non si sia fermato a riflettere su quanto gli succedeva attorno? Possibile che di fronte alle proteste delle associazioni (di cui ha fatto ed è tuttora parte) abbia continuato diritto pensando che la ragione sia una e una sola? E poi, perché solo lui? L’invisibile e impalpabile assessore all’ambiente Italo Porcile non ha responsabilità? Enrico Pignone, non senti puzza di imboscata? Ti hanno fatto fare il lavoro sporco.
Riguardo al primo cittadino, ricordo quando nel 2012, a Cornigliano molti respiravano aria di rinnovamento. Un nuovo candidato sindaco proponeva un modo partecipato di fare politica, non era simpaticissimo ma dava speranza. Aveva idee vicine alla gente, si faceva accompagnare in scooter, andava in bicicletta, non era un politico di professione ma un professore universitario. Il famoso “nuovo”, esterno ai partiti e alle loro logiche asfissianti, un candidato con senso spiccato per il rispetto della salute e della natura. Poco ciarliero forse, ma di chiacchieroni era pieno il mondo, quello che mancava a Genova erano i sani principi. Quanta gente ha fatto pedalare! E non solo in campagna elettorale, abbiamo pedalato tutti per 5 anni! Ah, ultimo ma non ultimo, aveva modi da nobile e questo fa sempre un certo effetto. La delusione è arrivata mese dopo mese, strisciante. Il Sindaco Arancione stava rinchiuso nel castello e prendeva decisioni, anzi non ne prendeva. Un pessimo comandante non è tale perché prende decisioni sbagliate ma perché non prende decisioni. (cit.)
Sfuggente, arroccato nel suo maniero di Strada Nuova, ha assistito come un comprimario qualsiasi al lento retrocedere della città. Non ha tutte le colpe di questo mesto declino, la città che ha ereditato era già in grave difficoltà, forse non avrebbe neanche potuto fare nulla. Non doveva alimentare la speranza nei suoi concittadini. Sindaco, lei non solo è in parte responsabile della decrescita di questa città, lei per cinque anni ha illuso i cittadini che le hanno creduto. Lei ha tradito la fiducia di uomini e donne che pensavano di poter avere una vita migliore. Non prova imbarazzo?
Personalmente, di questa Giunta salvo solo Gianni Crivello, persona abituata a lavorare.
Martedì il nostro primo cittadino ha lanciato l’allarme. Se non passa la delibera i primi a farne le spese saranno i lavoratori. E’ una posizione disonesta Sindaco! Dove era quando si avvicendavano dirigenti poi indagati, collusi, affaristi? E quando venivano composti i consigli di amministrazione delle aziende pubbliche prelevati direttamente tra le fila del partito al potere? Nel silenzio assordante, suo e della sua Giunta, si è consumata la demolizione economica di Amiu. Sa cosa si può imputare ai dipendenti Amiu? Forse di spazzare poco o male, di lavorare male o poco, ma sfido chiunque a dimostrare che abbiamo fatto perdere ad Amiu il 90% del suo valore. Sa quale è la verità? Lei e la sua Giunta non avete vigilato, non avete controllato e non avete deciso. Per incapacità o per collusione? Non lo sapremo mai.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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