Genova – Nove Municipi, nove Presidenti, le questioni aperte, i problemi irrisolti, la voce dei cittadini, dei commercianti e delle associazioni.
Continua il nostro viaggio nei Municipi genovesi, questa volta con il I Centro Est.
Grande, per popolazione residente, come La Spezia, è il Municipio più popoloso di Genova. Comprende le unità urbanistiche di Oregina, Lagaccio, Prè, Molo, Maddalena, San Nicola, Castelletto, Manin, San Vincenzo e Carignano.
Camilla e Filippo del Feellove
Luca Curtaz, presidente dell’associazione AMA
L’Associazione Abitanti Maddalena nasce per dare una risposta forte ai problemi del sestiere. Con quali difficoltà vi confrontate ogni giorno?
“Le complessità con le quali ci confrontiamo sono diverse, alcune riguardano il contesto nel quale andiamo ad agire, altre sono più legate alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini, altre ancora sono legate alla complessità di gestione di un’associazione di volontari.
Nel primo caso penso al livello di illegalità diffusa nel quartiere: spaccio, prostituzione, presenza di comportamenti disturbanti con numerose persone che stazionano in strada in diverse zone del quartiere consumando bevande alcooliche in grandi quantità, saracinesche chiuse e impoverimento del tessuto commerciale.
Poi ci sono le difficoltà nel coinvolgere i cittadini, che dovrebbero avvertire la necessità di partecipare in prima persona per cercare di migliorare il quartiere in cui vivono.
Infine, la necessità di reperire fondi per sostenere le attività dell’associazione e per mantenere aperta la sede, il Maddalena52 che è anche biblioteca di quartiere. Per questo spazio l’associazione paga affitto e utenze per circa 400 euro al mese”.
Il Municipio è vicino ai vostri bisogni?
“Il Municipio è sicuramente il soggetto istituzionale più vicino ai nostri bisogni, il presidente Leoncini, i suoi assessori, i consiglieri e numerosi funzionari e dirigenti, hanno promosso e favorito processi di partecipazione, sostenuto attività promosse dal territorio e hanno dimostrato disponibilità a raccogliere le nostre istanze e a farsene carico per cercare di risolvere realmente i problemi”.
Che cosa servirebbe alla Maddalena che ancora non è stato fatto?
“Servirebbe una visione a lungo termine del quartiere, un programma di azioni che già nella loro fase progettuale fossero in grado di evidenziare la futura vocazione del quartiere nei prossimi 20 anni almeno.
Un reale azione di tutte le istituzioni per sradicare i fenomeni mafiosi e la criminalità radicata in quartiere”.
Avete ricevuto promesse che non sono state mantenute?
“Di solito hanno preferito più in generale non promettere che non mantenere. Non mi riferisco al Municipio ma ad altre istituzioni. Le parole d’ordine sono state quasi sempre la scarsità di risorse, di forze di personale da poter mettere in campo, la difficoltà di poter affrontare radicalmente i problemi cronici di criminalità del quartiere addossando quasi sempre la responsabilità a qualcun altro. Incredibilmente su quel specifico aspetto non è mai colpa dell’istituzione chiamata ad intervenire.
Una delusione ad oggi sono la presa in carico del Comune di Genova di soli 11 beni sui 46 liberi della Confisca Canfarotta per i quali l’Agenzia nazionale dei beni confiscati aveva chiesto una manifestazione di interesse al Comune”.
Marco Montoli, presidente dell’associazione il Ce.Sto
Simone Leoncini, Presidente del Municipio
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.