Più che Bizzarri… impercettibile

 

Luca Bizzarri

Il 2 ottobre, come accadeva una volta, e come se si trattasse della data dell’inizio dell’anno scolastico, scoccherà giusto il compleanno.

Nel senso che il 2 ottobre 2017, Luca Bizzarri, professione attore e comico, ha iniziato la sua grande avventura come presidente della Fondazione Palazzo Ducale. Nelle vesti di successore di un omonimo, quel Luca Borzani, quasi implorato dal Pd perché si decidesse e scendere in campo come candidato sindaco e autore del gran rifiuto.

Pochi giorni fa è stato facebook a ricordarmi tutto l’accaduto, riproponendomi un mio articolo, con tanto di città divisa, quando, nei primi giorni di agosto, era trapelata la notizia che un attore comico avrebbe sostituito l’algido e sussiegoso Luca Borzani ai vertici della fondazione.
La querelle aveva infiammato i social e i quotidiani se ne erano ripetutamente occupati. Sino a quando lo stesso Bizzarri aveva comunicato sulla sua pagina che avrebbe accettato, pur essendo in quel mondo, praticamente un analfabeta, e che però gli piacevano le sfide e avrebbe detto si anche se era consapevole che lo avrebbero fatto a pezzi. Elisa Serafini, allora assessore alla cultura – a cui il sindaco Marco Bucci ha recentemente dato il benservito – e lo stesso Bucci avevano incassato e ringraziato. Sino a che, appunto il 2 ottobre dello scorso anno Luca Bizzarri aveva partecipato al suo primo consiglio ed era stato nominato.

Da allora, però del vulcanico interprete di “Camera Caffè”, insieme all’amico Paolo Kessisoglu, si sono perse le tracce. Fatta qualche rara eccezione.
A memoria ricordo giusto l’invito rivolto ai genovesi a “alzare il culo”, in altre parole “schiodare le chiappe” dalla sedia di casa per visitare la mostra di Rubaldo Merello, pittore del quale, viva la franchezza, sino a qualche momento prima Luca Bizzarri confidava di non conoscere l’esistenza. E così dopo quasi un anno vissuto pericolosamente all’ombra di quanto aveva programmato il suo più apprezzato predecessore, ha sponsorizzato una mostra che dovrebbe vivere del confronto fra Niccolò Paganini e Jimi Hendrix allestita al Ducale proprio ad iniziare dal 12 ottobre. Una rassegna su cui c’è già più di qualche riserva. Insomma se qualcuno aveva apprezzato la nomina di Luca Bizzarri e aveva anche argomentato che proprio per la sua presenza il Ducale avrebbe vissuto di luce riflessa, tra “Pausa Caffe’”, serie di “Immaturi”, comparsate festivaliere e tg notizie ironici sulla falsa riga di “Striscia la notizia” e’ stato smentito.
Invece il palazzo è piombato nel più grigio anonimato. Più grigio di un red carpet, peggio degli ombrellini  e dello scivolo che non scivola. Una sorta di flop, purtroppo annunciato.

Luca Bizzarri con Toti e SalviniAnche perché la principale mentore di Bizzarri, Elisa Serafini, che aveva promesso per l’ex dimora dei Dogi, uno strabiliante futuro pop, ha dato le dimissioni dalla giunta e se ne è andata. Nel frattempo Luca si è fatto ritrarre, e ha pubblicato la foto sul suo “muro”, intento nella lettura di un libro di cui è autore il filosofo francese Pierre Zaoui e il titolo potrebbe voler dire molto “L’arte di scomparire. Vivere con discrezione”. Insomma la nuova fase di Luca Bizzarri vorrebbe essere tutto tranne quella di testimonial per cui gli e’ stato affidato il gravoso compito di palazzo Ducale. Si dice nella presentazione del libro : “In una società che vive di apparenza e spettacolarità, la discrezione è una necessaria forma di resistenza. Spegnere i riflettori, abbassare il volume, godere dell’anonimato sono gesti politici prima che morali. La discrezione è un’arte, un atto volontario, una consapevole scelta di vita in un mondo che ci vorrebbe sempre connessi, protagonisti, inesorabilmente presenti, e in cui s’impone l’urgenza di una tregua, di staccare e sparire. Come quando, in un paese straniero, assaporiamo la massima libertà di non essere riconosciuti, la discrezione è arte della scomparsa: non nascondere nulla fino a non avere più nulla da mostrare, fino a rendere la propria presenza impercettibile”.

E spiega ancora meglio :“È arte della sottrazione, non per negare ma per affermare se stessi, e al contempo far scomparire quello che ci definisce. È aprirsi al mondo senza toccarlo, è gioia di «lasciar essere» le cose”.
È ancora possibile oggi, tra selfie e YouTube, essere discreti? Secondo Pierre Zaoui la risposta è sì: anzi, la discrezione è la nuova faccia della modernità, frutto delle libertà offerte dalle nostre società democratiche. Le anime discrete, afferma Zaoui, sono quelle che fanno il mondo: senza di esse, più nulla può reggere. Dobbiamo augurarci che non venga mai il giorno in cui anime simili scompariranno, schiacciate definitivamente dall’onnivisibilità, che non venga mai il giorno in cui rimarranno soltanto riflettori e casse di risonanza, perché allora tutto crollerà.
È anche questo, afferma Zaoui, il senso del fare filosofia: cercare lo spirito del tempo, e dunque tutto ciò che tende a scomparire, a essere, appunto, discreto.
Insomma Luca Bizzarri si troverebbe nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Quanto abbia potuto influire la forzata rottura del sodalizio con la Serafini non ci è dato sapere. Intanto iniziano a soffiare spifferi su un suo possibile abbandono. I ben informati fanno circolare la notizia che prima di decidere voglia conoscere il nome del successore di Elisa Serafini.

comiciIntanto altri comici, possibili successori, scaldano i motori. Paolo Kessisoglu pare abbia già rifiutato. Maurizio Crozza viene ritenuto troppo di sinistra, Andrea Di Marco politicamente troppo scorretto e divisivo per il suo messaggio antimilanesi, Antonio Ornano troppo inesperto, Enrique Balbontin troppo provinciale, Fabrizio Casalino troppo cantautorale,  Maurizio Lastrico troppo impegnato con Don Matteo, Carlo Pistarino troppo antico.
Io vedrei tanto bene Enzo Paci, con quel cognome non belligerante e che nella finzione di cognome fa Passadore. Proprio come la banca. Che per una fondazione culturale potrebbe essere tanta roba.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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