Articolo 11,dalla fabbrica al fronte: la logistica delle armi
Fare un documentario non è come girare un film.
Non hai attori che ripetono la scena finché non viene perfetta.
Il documentario ti porta dove vanno i fatti. Ogni intervista apre strade nuove, ogni dettaglio ti costringe a cambiare direzione. A volte ti ritrovi a tornare negli stessi luoghi, a ripetere riprese, a inseguire storie che non avevi previsto.
Non puoi scegliere la luce perfetta. Non puoi aspettare il tramonto migliore. Non sempre hai l’inquadratura ideale. Devi essere pronto a improvvisare, ad adattarti, a girare in qualsiasi condizione. E quando racconti certe storie, mettendo in chiaro le disfunzioni e l’ipocrisia di chi detiene il potere, della politica connivente e dei guerrafondai, ti accorgi anche di quanto i documentari scomodi faticano a trovare sostegno economico. Per questi motivi abbiamo bisogno di “complici”, di persone che ci aiutino a portare a termine questo lavoro.
È questo che rende un documentario difficile. Ma è anche ciò che lo rende autentico.
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