Interpol, operazione Neptune VII: stupecenti e terrorismo sulle stesse rotte
Tra luglio e settembre del 2025, il Mediterraneo è diventato un laboratorio di sorveglianza globale. L’operazione si chiama Neptune VII, e porta la firma di INTERPOL, Europol, Frontex e dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane. Ventuno Paesi coinvolti, settanta punti di controllo tra aeroporti, porti e valichi terrestri, due settimane di verifiche a tappeto.
Risultato: 328 persone segnalate, 57 con sospetti legami con il terrorismo, 153 arresti.
Dietro i numeri, però, c’è una storia più complessa: quella di un sistema internazionale che tenta di fermare trafficanti e terroristi.
Igor Grechushkin ricercato dal 2020
È con una Red Notice che a qualche settimana fa è stato arrestato Igor Grechushkin, il proprietario della nave carica di nitrato di ammonio che nel 2020 fece esplodere il porto di Beirut, uccidendo più di duecento persone. Grechushkin è stato bloccato all’aeroporto di Sofia, in Bulgaria. Le autorità libanesi lo accusano di atti di terrorismo. L’estradizione è in corso.
Ma Neptune VII non si è fermata a un singolo arresto. Gli agenti hanno tracciato i movimenti dei cosiddetti Foreign Terrorist Fighters, i combattenti stranieri che viaggiano da un fronte di guerra all’altro, passando per frontiere fragili e stati complici. Con le Blue Notices, l’altro colore dell’intelligence, si sono seguiti i loro spostamenti, le identità cambiate, i passaporti falsi. Sessanta nomi, sessanta traiettorie, alcune mai viste prima nei database di INTERPOL.
Le scoperte non riguardano solo il terrorismo. Le pattuglie miste, schierate tra Spagna, Italia, Grecia, Malta e Iraq, hanno trovato documenti rubati, droga, auto di lusso, denaro contante, metalli preziosi. In Montenegro un controllo su un furgone ha portato al sequestro di quindici chili di marijuana. mentre in Albania, un’auto sportiva con targa falsa nascondeva un doppio fondo pieno di contanti. Nell’operazione sono stati sequestrati 220 chili di marijuana, venti chili d’argento e 130.000 dollari. Un’economia parallela che si muove accanto a quella legale, alimentandosi delle stesse rotte commerciali.
“Terrorismo e crimine organizzato – ha spiegato il segretario generale di INTERPOL, Valdecy Urquiza – sono due facce della stessa minaccia. I gruppi terroristici vivono di paura, ma si finanziano con il traffico di beni e denaro. La cooperazione tra polizie è l’unico modo per spezzare questa rete.”