Oggi alle 19, al termine della seduta in Città Metropolitana Marco Bucci incontra i giornalisti
Il comunicato del Sindaco
Ai liguri voglio fare due promesse. Mi impegnerò con tutte le mie energie per vincere e guidare la Liguria ad essere un’importante regione a livello internazionale. Il posto migliore dove vivere, lavorare e trascorrere il tempo libero. Per la mia salute: continuerò a lavorare come ho sempre fatto e a seguire le prescrizioni mediche che mi verranno date dai bravi medici e dal personale sanitario in cui confido al 100%. Mettiamoci subito al lavoro per noi e per i nostri figli! Forza Genova, forza Liguria!”
Genova – Non so e non voglio neppure sapere se la data dell’ 11 settembre coincisa con la comunicazione ufficiale della candidatura del sindaco Marco Bucci come rapprentante del centrodestra per la presidenza della Regione Liguria dopo il “Toti-gate”, sia stata voluta, concordata, o peggio un’involontaria casualità culminata in uno scivolone.
Sì, perché nel giorno delle “Torri gemelle”, annunciare che oltre al Governo regionale pronto ormai al rompete le righe in vista dell’appuntamento elettorale, a breve si interromperà anche il lavoro della giunta comunale e del consiglio, ai genovesi potrebbe sembrare una presa in giro della politica dei palazzi che si dimostra sempre più distante dai cittadini.
Cittadini che sembrano più sudditi e che i nostri governanti vorrebbero sempre più “usi obbedir tacendo”.
A dire la verità Marco Bucci ci avrebbe provato sino in fondo a smentire le voci della sua candidatura che circolava ormai da settimane, tanto da giurare e spergiurare che “mai e poi mai” in diverse riunioni del suo gruppo “Vince Genova”, arrivando persino a farsi scudo del suo precario stato di salute.
Infatti, in pieno Toti-gate, il 15 maggio 2024, il Primo cittadino ha dicharato all’agenzia Dire che “ho un contratto coi genovesi per stare qui fino a giugno 2027 e questa promessa, questo debito coi genovesi voglio mantenerlo fino a giugno 2027”. Nel merito del suo ruolo di Commissario, Marco Bucci aveva sottolineato che: “Il Pd ha la libertà di chiedere la mia rimozione da commissario, ma deciderà il Governo. Tra l’altro, ha la possibilità di decidere ogni anno perché gli incarichi sono annuali. Può anche darsi che la prossima volta non mi rinnovino più, ma è comunque il Governo che deve decidere. E ogni cittadino ha la possibilità di scrivere quello che vuole a chiunque.
Ho sempre dimostrato di sentirmela di continuare quindi vado avanti con ancora maggiore energia. È ovvio che la situazione è più difficile adesso, ma è un dovere che mi sono preso nei confronti dei cittadini e quindi bisogna andare avanti. Genova non può perdere l’opportunità di avere sette miliardi da investire, sarà difficile che accada in futuro.
Circa il rischio che l’inchiesta, che ha coinvolto i vertici di Regione Liguria e di Autorità portuale, avrebbe potuto rallentare le opere in corso, Bucci aveva dichiarato che: “Il rischio che l’inchiesta rallenti ci può essere, è nostro dovere fare in modo che non ci siano rallentamenti. Siamo qui apposta per superare le barriere, è il nostro lavoro. Con la storia del ponte San Giorgio abbiamo superato tantissime barriere, ce n’era una ogni settimana”.
Epperò nel gioco sempiterno per i nostri rappresentanti, o quelli che dovrebbero almeno tentare di esserlo e che badano soprattutto agli interessi personali che non sempre devono coincidere con quelli generali, alla fine si è deciso così.
Perchè un’eventuale candidatura sarebbe stata sgradita al vicesindaco Pietro Piciocchi che avrebbe dovuto assumersi il rischio, in una corsa senza nessuna sicurezza di vincere, l’eventuale ruolo di successore di Bucci. Egualmente sgradita per Rixi che avrebbe dovuto lasciare la doppia carica di parlamentare e sottosegretario.
E così si è fatto ricorso all’usato sicuro. Cioè al sindaco Marco Bucci che, vedi il caso, un sondaggio di PrimoCanale (ma quanto ha fatto lavorare i sondaggisti la Tv di Maurizio Rossi in questo periodo?) lanciava come un probabile vincitore.
In fondo Marco Bucci, nonostante aver terminato la terapia, continua a dare segnali del suo disagio fisico, e in caso di elezione magari potrebbe anche lasciare a metà la legislatura asserendo appunto ragioni di salute. Per dare spazio a nuove elezioni e sarebbero le terze nel giro di un paio di anni.
Due comunque sono sicure, le prossime regionali e con Bucci dimissionario le comunali.
In questo contesto un po’ caotico, si registrano migrazioni dal Centro verso Fratelli d’Italia, che oltre a Lilli Lauro, coinvolgono anche un assessore, Francesco Maresca, di cui alcuni esponenti del partito di Giorgia Meloni, ieri in buvette di Palazzo Tursi auspicavano le dimissioni.
E sempre ieri, in consiglio comunale in un intervento scomposto e particolarmente acceso dal suo scranno di sindaco, lo stesso Bucci bastonava a parole l’opposizione che chiedeva maggiori chiarimenti su una delibera, additando i consiglieri di opposizione di perdere del tempo prezioso, e ammonendoli che i genovesi non meritavano questa vergogna.
Ecco in questo caso parlando di bi e forse trielezioni in un breve lasso di tempo, con conseguente bi e forse tri stallo amministrativo mi unisco in qualche modo a lui che si è fatto protagonista accettando la candidatura. I genovesi non meritano questa vergogna.
Paolo De Totero
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