Accuse di Incitamento al genocidio in Israele: un gruppo di personalità israeliane chiede l’intervento della magistratura

Cittadini israeliani accusano le autorità giudiziarie di ignorare “incitamenti al genocidio” in una lettera al procuratore generale. Il gruppo, guidato dall’avvocato Michael Sfard, evidenzia il linguaggio violento di esponenti israeliani di spicco

Un gruppo di eminenti cittadini israeliani ha recentemente accusato le autorità giudiziarie del paese di ignorare volutamente alcuni “incitamenti palesemente evidenti” al genocidio e alla pulizia etnica nella Striscia di Gaza.

In una lettera indirizzata al procuratore generale e ai pubblici ministeri dello Stato, il gruppo ha richiesto azioni immediate per fermare l’utilizzo diffuso di un linguaggio che viola sia la legge israeliana che quella internazionale. Tra i firmatari della lettera vi è il noto scienziato israeliano e membro della Royal Society, il Prof. David Harel, insieme ad altri accademici, ex diplomatici, ex membri della Knesset, giornalisti e attivisti.

La lettera, presentata dall’avvocato per i diritti umani Michael Sfard, espone diversi esempi di come esponenti di spicco israeliani, tra cui ministri del governo, membri della Knesset, alti ufficiali militari, accademici, giornalisti, influencer sui social media e celebrità, abbiano incitato a crimini di guerra attraverso messaggio sui media.

Nel documento vengono resi noti i commenti shock fatti da parlamentari israeliani come Yitzhak Kroizer, esponente del partito Otzma Yehudit, che in un’intervista radiofonica, ha affermato: “La Striscia di Gaza dovrebbe essere livellata, e per tutti loro c’è una sola sentenza, e quella è la morte.”

Mentre Tally Gotliv del Likud di Benjamin Netanyahu ha addirittura chiesto l’uso di una bomba nucleare su Gaza per “deterrenza strategica.” Boaz Bismuth, un altro membro del Likud, ha evocato il massacro biblico della nazione Amalek, dichiarando: “È vietato avere pietà del crudele, non c’è posto per alcun gesto umanitario.”

Il giornalista Zvi Yehezkeli ha aggiunto il suo contributo, dicendo su Channel 13: “[Dovremmo] aver ucciso molte volte 20.000 persone, [dovremmo] cominciare con un colpo di 100.000.”

Il fatto che l’incitamento al genocidio e altre dichiarazioni definite nelle lettera “estreme” siano accettati come normali in Israele ha sorpreso l’avvocato Sfard, che ha dichiarato: “Non avrei mai potuto immaginare di dover scrivere una lettera del genere.”

L’attenzione si sposta ora sulla risposta ufficiale delle autorità israeliane. La lettera sottolinea l’importanza di affrontare questi commenti che incitano al genocidio come inaccettabili e chiedendo alle autorità di intraprendere azioni giudiziarie in risposta.

Copertina: Michael Sfard By 102fm – Own work, https://commons.wikimedia.org

 

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