Il Kosovo vuole il suo esercito, ma Belgrado dice no.

Petkovic: “Nessuno è così ingenuo da credere che Kurti voglia un esercito per la sicurezza del Kosovo”

Belgrado ha ribadito la sua forte opposizione alla creazione di un esercito del Kosovo o alla consegna di armamento alla Forza di sicurezza del Kosovo, sottolineando che l’unica Forza armata autorizzata a stazionare sul territorio del Kosovo è la Kfor, la Forza Nato dislocata al termine del conflitto armato nel 1999, sulla base della risoluzione 1244 dell’Onu.

“L’unica formazione armata sul territorio del Kosovo è la missione internazionale Kfor, e così deve restare, piaccia o no a Kurti”, ha detto oggi Petar Petkovic, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo. Nessuno – ha aggiunto – è così ingenuo da credere alle “menzogne” di Kurti su presunte ragioni di difesa per i componenti della Forza di sicurezza, visto che nessuno li minaccia. L’unica minaccia, ha affermato Petkovic, proviene da Kurti che ogni giorno dimostra di puntare allo scontro. La minaccia alla pace e alla sicurezza in questo territorio e all’intera regione dei Balcani occidentali è rappresentata da Albin Kurti che, “invece di lavorare alla de-escalation nel nord del Kosovo, continua a mostrare il suo volto militante con le armi e con parole di propaganda”, ha detto Petkovic.

A dispetto dei ripetuti appelli da parte di Ue, Usa e del resto della comunità internazionale per un allentamento delle tensioni nel nord del Kosovo, la contrapposizione e i toni fra Belgrado e Pristina restano alti, e non si vede alcuna volontà per una inversione di tendenza che porti a un compromesso. Washington e Bruxelles hanno minacciato misure punitive per i governi di Kosovo e Serbia in mancanza di passi concreti in grado di allentare le tensioni, ma finora non si sono avuti segnali significativi, in particolare da parte di Pristina che sembra essere maggiormente sotto accusa.

La ministra degli esteri kosovara Donika Gervalla ha definito “non necessarie” le misure annunciate da Bruxelles a carico di Pristina, aggiungendo che si tratterebbe in ogni caso non di un blocco ma di una sospensione temporanea dei fondi europei. La crisi in Kosovo è stata d’altra parte al centro dei colloqui che il viceassistente segretario alla Difesa americano per la sicurezza internazionale Tressa Guenov, e il segretario di stato al ministero degli esteri norvegese Eivind Vad Petersson, hanno avuto oggi a Belgrado con il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic e altri esponenti del governo locale.

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