Ponte sullo Stretto: è legge

Il provvedimento definisce l’assetto della società Stretto di Messina SpA e riavvia le attività di programmazione e progettazione

Roma – Via libera alla conversione in legge del decreto sul ponte sullo Stretto di Messina. L’aula del Senato l’ha approvato con 103 voti favorevoli, 49 contrari e tre astenuti. Presente il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Dai banchi del centrodestra e’ partito un applauso. Il provvedimento, che era stato approvato alla Camera lo scorso 16 maggio, definisce, tra l’altro, l’assetto della società Stretto di Messina SpA e riavvia le attività di programmazione e progettazione. Queste le dichiarazioni di voto.

Partito Democratico: è solo uno spot

“Il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro. Ma l’arma di distrazione di massa puo’ servire anche ad altro”.
Lo ha detto il senatore del Pd, Nicola Irto, intervenendo in aula in dichiarazione di voto sul Dl Ponte. “Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata”, ha aggiunto. “Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte”, ha notato. “Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot. Una ferma opposizione che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il partito Democratico vota no”, ha concluso Irto.

Forza Italia: un’opera strategica frutto della visione di Silvio Berlusconi

 “Chiunque voglia riuscire in un’impresa deve essere disposto ad avere visione e coraggio, senza farsi condizionare dai tentativi andati a vuoto a causa di chi non sa guardare più lontano della punta delle sue scarpe. Negli ultimi anni in Italia sono stati più numerosi gli uomini che hanno innalzato muri di quelli che hanno costruito ponti. Ma noi quel ponte sullo Stretto di Messina lo faremo”.
Lo ha detto, intervenendo in aula durante le dichiarazioni di voto sul dl, la presidente dei senatori di Forza Italia Licia Ronzulli.
“Con la conversione in legge di questo decreto – ha proseguito – poniamo idealmente la prima pietra di un’opera strategica frutto della visione di Silvio Berlusconi, un uomo capace di immaginare il futuro. Il nostro Presidente ne parla dal 1994, e 25 anni dopo, in molti hanno dovuto ammettere che la Sicilia e la Calabria meritano un collegamento stabile. E’ percio’ a lui che vogliamo dedicare questo voto e questo successo del Paese. Perché il ponte sullo Stretto è davvero la madre di tutte le battaglie infrastrutturali e in un paese normale sarebbe gia’ stato costruito da decenni”, ha concluso.

Alleanza Verdi e Sinistra: un progetto mangia soldi

 “La giornata di oggi è la perfetta metafora dello scollamento tra la surreale discussione sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e l’informativa del ministro Musumeci sulla recente alluvione. Un brusco ritorno alla realtà: da una parte il sogno faraonico del Ponte sullo Stretto che torna, sempre con lo stesso progetto e sempre piu’ obsoleto, e poi drammaticamente il paese reale, l’Italia del 2023, l’Italia assediata dal fango, dalle alluvioni, dal dissesto idrogeologico. Uno scollamento gigantesco tra il mondo reale e la fantasia. Una politica incapace di mettere in campo i provvedimenti utili al paese come la legge sul consumo di suolo e quella sul clima che dovrebbero essere all’ordine del giorno. La differenza tra il mondo reale e la fantasia”.
Lo afferma in Aula il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato. “Fino ad oggi per questo sogno abbiamo speso un miliardo di euro senza nemmeno una pietra posata, prosegue De Cristofaro. Uno spreco molto serio e un’operazione rischiosa che ci espone a possibili penali. Il Ponte è una vecchia ricetta sbagliata, un progetto mangia soldi. Oggi la destra ci vende il Ponte come possibile volano di sviluppo del mezzogiorno. Ma la questione meridionale non può essere affrontata a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina. La cosa comica  è che lo stesso governo che vuole questa opera faraonica, che immagina uno sviluppo del sud a partire dalla realizzazione di questa infrastruttura propone l’autonomia differenziata, la secessione delle regioni più ricche d’Italia a danno del mezzogiorno. Una cosa al sud e una al nord, dove il nord vince sempre. Una secessione che accentuerà i già drammatici divari nord sud. Uno scambio inaccettabile che i cittadini del mezzogiorno rigetteranno con forza. Esiste un paese reale e i sogni, noi stiamo con il paese reale”, conclude De Cristofaro.

Coraggio Italia: dopo 60 anni di parole si farà

“Dopo 60 anni di parole finalmente il Ponte sullo Stretto di Messina si farà. E si farà grazie ad un governo voluto dagli italiani che mancava in questo Paese da 12 anni”.
Lo ha detto in aula la senatrice di Coraggio Italia Michaela Biancofiore, durante le dichiarazioni di voto sul decreto legge che riavvia l’iter per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. “Se il manufatto, atteso da troppo tempo, verrà realizzato – bisogna ricordarlo a chi dimentica presto la storia – lo dobbiamo in primo luogo ai governi di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi e al ministro Lunardi che tra il 2003 e il 2006 si prodigò attraverso la legge Obiettivo per realizzare la prima progettazione e successivamente nel 2011 con l’approvazione del progetto definitivo voluto da un altro governo Berlusconi”, ha osservato. “Seguirono, purtroppo, numerosi governi non eletti dai cittadini che misero una pietra quasi tombale sul Ponte, con motivazioni a dir poco inaccettabili: costava troppo, c’era il rischio delle infiltrazioni mafiose. No, noi non crediamo che ci si possa fermare perché esiste la mafia, lo Stato ha dimostrato di poterla battere la mafia e non si puo’ certamente rinunciare ad un’opera strategica unica per l’Europa”, ha aggiunto. “Peraltro, i costi saranno ben presto recuperati grazie allo sviluppo che si determinerà. Il manufatto non sarà solo il sogno di Berlusconi, Meloni, Salvini, sarà il sogno realizzato di milioni di siciliani, calabresi, italiani che lo attendono. Grazie ad esso ne trarrà beneficio il Sud, con ricadute economiche notevoli per tutto il Paese e per l’Europa. I dati sull’aumento dei traffici trasportistici di merci e persone, di investimenti, di maggior turismo e di nuova vera occupazione sono talmente importanti che non si può continuare a mettere la testa sotto la sabbia. Noi votiamo questo decreto con fiducia, convinzione e siamo certi che stavolta siamo di fronte all’occasione storica che non sarà più mancata”, ha concluso.

M5s: è un giocattolo per Salvini, Meloni intervenga

“La responsabilità di questo scempio sarà della presidente Meloni che, per tenere buono un alleato di governo, avrà contribuito a un danno colossale e questo non lo dimenticheremo”. L’ha detto la senatrice del M5s, Barbara Floridia, riferendosi al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e annunciando il voto contrario del Movimento sul decreto sul ponte sullo Stretto.
Floridia ha spiegato: “Mi sono chiesta perché si vuole questo decreto del nulla, senza risorse e senza progetto. E la verità è una sola: l’affare ponte è un affare politico. Occorreva un giocattolo affinché il bambino fosse distratto e la mamma è stata brava. Così il bambino si è acquietato e ha di che parlare. Ma ora chiedo alla presidente del Consiglio di togliere questo giocattolo dalle mani del bambino, perché potrebbe mettere sulla strada migliaia di famiglie e distruggere due città, di cui una è la mia Messina, per una foto ricordo con la prima pietra”.

Lega: giornata storica per l’Italia

“Grazie al lavoro costante e pragmatico svolto da subito dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e a un esecutivo di centrodestra, prende forma finalmente un progetto che la sinistra ha accantonato per anni. Il Ponte sullo Stretto rappresenta la più importante opera strategica e green che potrà rendere il Meridione l’hub dell’Europa nel Mediterraneo. Un’occasione di riscatto e un potenziale occupazionale di 100.000 posti in 7 anni: lavoro vero e non ‘nero’ come quello che ha prodotto il reddito di cittadinanza. Basta con le teorie false e miopi degli ambientalisti che hanno sempre ostacolato tutto e che fortunatamente non c’erano quando furono costruite le piramidi”. Così il senatore siciliano Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo Lega al Senato, in dichiarazione di voto sul dl Ponte. “Oggi, con il dl Ponte, scriviamo una pagina di storia e disegniamo concretamente il futuro della Sicilia, del Mezzogiorno, dell’Italia e dell’Europa”. 

Azione-Iv: diciamo sì ma incalzeremo il governo

“Noi diremo sì a questo decreto. Quella di poter dire ‘si inizia’ è una opportunità che capita una volta ogni tanto. Noi saremo qui ad incalzare il governo perché questo ‘si inizia’ avvenga veramente”. Lo ha detto la senatrice del gruppo Azione-Italia Viva Silvia Fregolent in Aula a palazzo Madama, durante le dichiarazioni di voto al decreto sul Ponte sullo Stretto. “Noi pensiamo – ha spiegato – che le infrastrutture non abbiano colore politico, e che vadano fatte per il bene del paese. Prendiamo il Tap: c’era chi pensava che il Tap sarebbe stata una devastazione ambientale, che in Puglia non ci sarebbero stati più turisti. Ovviamente, niente di tutto questo è avvenuto. Per fortuna il governo Renzi ha fatto il Tap, e ora, anche grazie al Tap, la crisi energetica è stata attenuata. Ricordo poi al ministro Salvini – ha aggiunto Fregolent – che le opere iniziate in Sicilia e in Calabria da lui rivendicate, sono anche frutto del lavoro fatto dai governi precedenti, a partire da quello Renzi”. “A questo decreto quindi diremo sì, perché non vogliamo fornire alibi a nessuno che le opere non si fanno. E perché questa infrastruttura è necessaria per completare il corridoio europeo scandivano-mediterraneo. Secondo noi il progetto del 2011 andava modificato, ma noi siamo per il fare. Se il governo dice che in questo modo si accelera l’avvio dei lavori, noi ci fidiamo: ma incalzeremo e valuteremo”, conclude Fregolent.

Sud chiama Nord: il governo dimostri di volerlo realizzare

“Sud chiama Nord è da sempre per la costruzione del ponte dello Stretto, da quando molti che oggi si dicono a favore erano i principali oppositori dell’opera, tirando in ballo alibi inaccettabili per indirizzare le risorse altrove e lasciare nel sottosviluppo le infrastrutture siciliane. Per noi allora il tema non è ponte sì/ponte no, ma ponte come, con quali risorse e quale coinvolgimento dei territori”.
Lo ha detto la senatrice di “Sud Chiama Nord” e vicepresidente del gruppo per le Autonomie, Dafne Musolino. “In questo senso, il provvedimento ha più ombre che luci. Pensiamo soprattutto al fatto che nel decreto non c’è nessuna indicazione sul dove, come e quando verranno reperite le risorse. Un fatto che alimenta e rende legittime una serie di speculazioni sull’effettiva volonta’ di realizzare l’opera: lavori avviati e non conclusi, con un territorio nel frattempo devastato, sarebbero un fatto di inaudita gravità. Ma pensiamo anche all’incomprensibile esclusione dei sindaci di Messina e Villa San Giovanni dal Cda della neocostituita Società ponte dello Stretto, quando la loro presenza avrebbe aiutato al confronto sulle numerose questioni che con gli anni dovranno essere affrontate”, ha aggiunto. “Sindaci che – ha sottolineato – possono svolgere un importante lavoro di raccordo con i cittadini e che invece vengono chiamati solo a garantire gli aspetti logicistici e infrastrutturali per la realizzazione dell’opera, a partire dal passaggio dei mezzi pesanti che, tra l’altro, movimenteranno un milione di metri cubi di terre da scavo. Il tutto senza che un solo euro venga previsto nel decreto per queste incombenze e per ridurre il più possibile i disagi per i cittadini. Un’opera cosi’ importante non può essere impostata senza certezza nelle risorse e con una postura provocatoria nei confronti del territorio. Come esponente di Sud Chiama Nord esprimerò quindi un voto favorevole per coerenza con la nostra storia, ma anche come sfida nei confronti del governo: dimostri davvero di voler realizzare il ponte. Noi vigileremo rigorosamente e senza sconti, nell’interesse di Messina e di tutta la Sicilia”, ha concluso.

Fratelli d’Italia: simbolo dell’attenzione del Governo sul Meridione

“Il Ponte sullo Stretto di Messina è il simbolo dell’attenzione del governo Meloni verso il Sud d’Italia”. Lo dichiara in aula la senatrice di Fratelli d’Italia, Ella Bucalo. “Oggi è una giornata storica e c’è grande soddisfazione per il lavoro svolto in questi mesi. In tempi rapidi si è reso concreto un progetto già approvato nel 2011, con l’obiettivo di portare grande beneficio all’Italia e all’Europa con il rispetto di norme comunitarie. Il Ponte garantirà il taglio di 100mila tonnellate di anidride carbonica, un progetto approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che non potrà che rappresentare un grande vanto e prestigio all’Italia e che darà alla Calabria e alla Sicilia sviluppo economico, sociale e culturale come mai è successo dall’unità nazionale ad oggi. Inoltre questa opera darà un ruolo strategico all’Europa nel mediterraneo, e per questi motivi il voto di Fratelli d’Italia a questo decreto non può che essere favorevole”.

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