‘Ndrangheta e narcotraffico internazionale, nei guai anche il savonese Pietro Fotia

L’operazione della DDA di Genova è una costola di quella messa a segno dalle  Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Milano. Angelosanto: “Siamo di fronte a narcotrafficanti appartenenti a gruppi di matrice ‘ndranghetista”

Genova – I Carabinieri del R.O.S. e la Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con il supporto dei Comandi Provinciali Carabinieri di Savona, Bologna, Milano, Monza, Roma e Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari del Gip genovese richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova nei confronti di 15 indagati (tra questi due di origine croata e serba, rispettivamente referente del sodalizio dimorante in Colombia e intermediario in Italia tra l’organizzazione indagata e i fornitori sudamericani, e un latitante sottrattosi alla esecuzione di pregressi provvedimenti coercitivi della libertà).
Lo scrive in una nota il Procuratore genovese, Nicola Piacente.

Quattro degli indagati sono accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere, diretta da Pietro Fotia (attualmente detenuto a seguito di una condanna in primo grado per turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso) e Rocco Morabito (anch’egli già detenuto), operativa anche in Liguria e finalizzata all’ importazione dal Sud America e dalla Spagna, all’ acquisto, trasporto, commercio, cessione, vendita ed illecita detenzione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina.

Gli indagati erano anche in grado di impiegare esperti in chimica dimoranti all’estero per tagliare la droga.

Il traffico dello stupefacente è stato programmato e organizzato tramite l’utilizzo di apparecchi telefonici abilitati a comunicazioni criptate e di una piattaforma che garantisce un sistema di cifratura per i messaggi. Nelle comunicazioni gli indagati hanno altresì utilizzato appositi nicknames e le hanno corredate con fotografie che spesso riproducono sostanza stupefacente. L’arresto in Spagna in data 28.10.2020 di un corriere dell’organizzazione, cui sono stati sequestrati 32 kg di cocaina ha costituito un riscontro all’analisi delle chat.

Detta analisi ha consentito di accertare nel corso del 2020 e sino al marzo 2021 molteplici operazioni di importazione, acquisto e detenzione di sostanza stupefacente. In particolare, sono state individuate almeno due importazioni di cocaina dalla Spagna di 31 kg e 50 kg.

Agli indagati sono stati altresì contestati altri 10 episodi di acquisto (in due circostanze da fornitori stranieri), detenzione, offerta in vendita di quantitativi di cocaina oscillanti tra 1 e 150 chilogrammi, eroina ed hashish per oltre 287 kg di cocaina, 100 kg di eroina e 50 di hashish.

L’indagine si è avvalsa dell’assistenza giudiziaria di Francia e Spagna per il tramite di Eurojust, del contributo informativo assicurato da Europol nonché della cooperazione internazionale ottenuta nell’ambito dei progetti di contrasto alla criminalità di matrice ‘ndranghetista, @ON dell’Unione Europea ed I-CAN (Interpol Cooperation Agaist ‘Ndrangheta). Quanto all’esecuzione delle ordinanze, preziosa si è rivelata la collaborazione delle Autorità tedesche che hanno eseguito l’arresto di un indagato localizzato in Germania. Altre Autorità estere stanno collaborando nella esecuzione dei provvedimenti coercitivi.

Gli arresti di oggi sono stati operati contestualmente all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare (nei confronti di circa 150 indagati) da parte delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Milano, titolari di inchieste molto più ampie e articolate, aventi profili di connessione e collegamento con l’indagine della DDA di Genova. L’attività delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Genova è stata coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia Antiterrorismo.

La DDA di Genova procede altresì per il reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso riguardante una società di costruzioni e una operante nel settore ortofrutticolo, entrambe con sede nel savonese. La titolarità delle quote delle due società è risultata essere stata attribuita fittiziamente a due prestanome al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali ed al fine di agevolare i delitti in materia di riciclaggio di denaro.

I legami con la ‘ndrangheta

I legami con la ‘ndrangheta li spiega, in conferenza stampa, il cacciatore dei boss e generale del Ros, Pasquale Angelosanto, che tiene a sottolineare: “C’è un aspetto importante vorrei che non passasse inosservato e cioè l’idea che siamo di fronte soltanto a narcotrafficanti. Non è così. Siamo di fronte a narcotrafficanti appartenenti a gruppi di matrice ‘ndranghetista”. E non solo per quella che è l’indagine sul versante calabrese.
“L’altro gruppo individuato, in questo caso dalla sezione anticrimine di Genova, riguarda tutta la componente associativa che ruotava attorno alla rete di favoreggiamento della latitanza di Rocco Morabito, arrestato a maggio del 2021 in Brasile“.

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