Crotone, naufragio di una barca con 180 persone, oltre 40 vittime

Sindaco di Cutro: “Ci sono provvisoriamente una quarantina di cadaveri, tra donne e bambini. Poi una cinquantina di persone tratte in salvo e 21 feriti”

Crotone – “Profondo dolore, rabbia e tristezza sono i sentimenti che pervadono in queste ore i cuori di tutti noi. Il naufragio dell’imbarcazione con a bordo oltre 180 persone, uomini, donne e bambini ed un bilancio, provvisorio, di oltre 40 vittime, tra cui neonati e bambini, ed un centinaio di dispersi, ci restituisce la portata di un’immensa e straziante tragedia”.

Questa è la dichiarazione di Sergio Ferrari, presidente della Provincia di Crotone, che prosegue: “Uomini e donne, bambini che affidano al mare ed ai rischi di un lungo viaggio la speranza di un futuro migliore, e che quella speranza di una vita diversa hanno visto morire nelle fredde acque di un Paese che oggi deve fare ancora una volta i conti con queste morti, con queste vittime. Queste sono ore difficili, in cui il dolore, lo sgomento e anche la rabbia sono forti, ma forte è anche lo spirito di abnegazione di chi, senza sosta, da questa notte sta lavorando per strappare alla morte i dispersi, chi sta lottando contro il mare in tempesta per salvare una vita, chi si sta occupando in queste prime ore dei soccorsi.

Siamo stanchi di raccontare tragedie! Ora – conclude Ferrari – occupiamoci dell’emergenza e proviamo a gestire ancora una volta questa immane tragedia! Ma subito dopo ognuno deve fare la propria parte ed ognuno deve essere richiamato alle proprie responsabilità”.

Antonio Ceraso, sindaco di Cutro nel tentativo di tracciare un primo bilancio, già drammatico, ha dichiarato: “Ci sono provvisoriamente una quarantina di cadaveri, tra donne e bambini. Poi una cinquantina di persone tratte in salvo e 21 feriti. Ho visto tirare fuori cadaveri di bambini. Uno spettacolo raccapricciante che uno non vorrebbe mai vedere. Dovremo poi pensare a dove tumulare le salme. I feriti sono in ospedale, mentre coloro che si sono salvati sono stati portati al Cara di Isola Capo Rizzuto e rifocillati dalle forze dell’ordine, i sanitari e tanti cittadini e gente comune. Tutti hanno dato manforte. In queste circostanze – spiega – bisogna farsi coraggio perché il mare è in tempesta e bisogna tirarli fuori altrimenti le onde se li portano via di nuovo”.

 

 

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta