Kosovo: i funzionari serbi dimissionari trovano posto nelle istituzioni serbe

Al via la firma dei nuovi contratti di lavoro. Sono poliziotti, giudici, impiegati, funzionari, maestri di scuola

Belgrado – Hanno preso il via oggi le operazioni di reintegro nelle strutture amministrative della Serbia dei serbi del Kosovo dimessisi nei giorni scorsi (ne abbiamo parlato QUI) da tutte le istituzioni kosovare per protesta contro la politica di Pristina. Con ciò viene attuata la promessa del presidente Aleksandar Vucic e del governo di Belgrado che nessuno dei serbi dimissionari sarebbe rimasto solo e senza appoggio dello stato serbo – ha detto Petar Petkovic, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo. A partire da oggi il serbi del Kosovo dimissionari firmano i nuovi contratti di lavoro con le istituzioni della Serbia, nei quali vengono regolate tutte le questioni relative ai salari, ai rapporti sui luoghi di lavoro, all’assicurazione malattia e ai diritti pensionistici.

Sono alcune migliaia i lavoratori serbi che hanno abbandonato i loro incarichi nelle istituzioni; sono dipendenti del parlamento, del governo, amministratori locali, funzionari nei tribunali,  giudici, agenti di polizia, insegnanti. La protesta ha assunto tale forma plateale a causa sopratutto dell’obbligo per i serbi di cambiare le loro targhe automobilistiche, rilasciate da istituzioni serbe, con quella kosovare recanti la sigla RKS (Repubblica del Kosovo).

Cosa questa ritenuta inaccettabile da Belgrado e dai serbi locali che non riconoscono l’indipendenza di Pristina. Dal primo al 21 novembre è in vigore l’ammonimento verbale, mentre dopo tale data per chi non sarà in regola con la reimmatricolazione della propria auto scatterà la multa di 150 euro. Per questo crescono i timori di nuove proteste e possibili incidenti da parte della popolazione serba, maggioritaria nel nord del Kosovo. La diplomazia internazionale, Ue e Usa in primis, è al lavoro per allentare le tensioni interetniche, facendo sopratutto pressione su Pristina affinché proroghi di altri mesi il termine sul cambio di targa.

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