‘Ndrangheta: il boss Graviano protesta perchè non gli è stato ancora portato il pc

Perchè se fai una promessa la devi mantenere, soprattutto se si tratta di uomini d’onore con poca memoria

Reggio Calabria – Il 24 ottobre 2022 la Procura generale di Reggio Calabria aveva dichiarato di avere a disposizione il computer da dare al boss di Brancaccio Giuseppe Graviano in maniera tale da consentirgli di ascoltare le intercettazioni ambientali registrate nel 2016 all’interno del carcere di Ascoli Piceno tra lui e il detenuto Umberto Adinolfi.

E oggi è iniziata con la protesta del boss, l’udienza in corso in Corte d’Assise d’Appello a Reggio Calabria per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati nei pressi di Scilla il 18 gennaio del 1994 mentre pattugliavano l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nell’ambito del progetto di intimidazione di cosa nostra contro lo Stato. Graviano, detenuto a Spoleto, ha ribadito, nonostante una recente decisione della Corte e parere conforme della Dda, di non avere ancora ricevuto il supporto informatico per potere visionare i documenti e gli atti processuali.

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