Palermo, disarticolato il mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno

Alle prime ore di stamattina, in Palermo e Misilmeri, i militari della Compagnia Carabinieri di Misilmeri e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso

Palermo – L’indagine costituisce l’esito di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo e dalla Compagnia di Misilmeri sulla famiglia mafiosa di Misilmeri, che ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione mafiosa, organicamente inserita nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno.

Le indagini sono state coordinate  dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che ha permesso l’esecuzione, negli ultimi 15 anni, di importanti operazioni nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose del mandamento di Misilmeri- Belmonte Mezzagno, tra cui, “Perseo” (2008), “Sisma” (2009 e 2011), “Jafar” e “Jafar 2” (2015), “Cupola 2.0” (2018/2019) e “Limes” (2022)

L’odierna indagine ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario che affermerebbe l’esistenza e la piena operatività di “Cosa Nostra” nel territorio di Misilmeri, caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza ed all’imposizione del pizzo a commercianti ed imprenditori.

Sempre secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi  sul controllo del territorio esercitato dalla famiglia di Misilmeri, dalla quale emergerebbe la figura di Michele Sciaribba, ritenuto dal G.I.P. gravemente indiziato di essere il capo della famiglia, e di Alessandro Ravesi, suo collaboratore. Entrambi avrebbero coordinato l’attività nei settori tipici di controllo di “Cosa Nostra”, curando il mantenimento dell’ordine sul territorio e adoperandosi – in modo paritetico ad altri sodali destinatari dell’odierna misura – per la risoluzione di svariate controversie tra privati, in alternativa allo Stato, e per le estorsioni.

Oltre a minacciare ed estorcere denaro a un imprenditore del settore edile impegnato nella realizzazione di un grosso impianto di rifornimento di carburanti, nella rete della fanghiglia mafiosa sono caduti anche un imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati e un imprenditore alimentare, proprietario di un’azienda avicola del territorio.
La famiglia mafiosa di Misimeri aveva anche interessi  nell’attività di trasporto di malati e di servizi funebri.

 

 

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