Coronavirus, aumentano i vaccinati over 50, ma secondo l’OMS servono nuovi vaccini

La variante Omicron infetterà il 50% degli europei. I booster non sono più sufficienti

La scadenza del 1° febbraio per l’obbligo vaccinale e il Super green pass anche al lavoro per gli over 50 comincia a produrre degli effetti. In una settimana, dal 4 al 10 gennaio, si sono vaccinate 165.000 persone rispetto alle circa 76.000 del periodo che va dal 28 dicembre al 3 gennaio, secondo i dati del Ministero della Salute.

Secondo le stime del Ministero, mancano all’appello poco meno di 2 milioni di italiani over 50 per raggiungere il 100% dei vaccinati e dal 1° febbraio, secondo il Decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio, verrà applicata la sanzione di 100 euro per tutti i non vaccinati over 50, compresi i disoccupati.

Aumentano i vaccinati anche nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni, ma l’impennata più significativa si è avuta nella fascia d’età tra i 12 e i 49 anni con 520.000 vaccinati rispetto ai 50.000 della settimana precedente, quella dal 28 dicembre 2021, al 3 gennaio 2022.

Come va in Europa?

In Germania nuovo record di casi giornalieri. 80.000 contagi con 384 decessi. I dati riportati dal Robert Koch Institute, l’incidenza è salita a 407 casi per 100mila abitanti su base settimanale, rispetto al precedente rilevamento di 387,9 casi.
E secondo l’OMS i booster non sono sufficienti e servono nuovi vaccini. Per l’EMA è impensabile vaccinare su larga scala e per tempi prolungati perché i vaccini attualmente in uso hanno una “minore efficacia” sulla nuova variante. Sarà probabilmente pronto entro la primavera un farmaco specifico per affrontare la diffusione della variante Omicron che, sempre secondo l’OMS, nel fututo immediato, contagerà un europeo su due, quindi il 50% della popolazione.

E i Paesi poveri?

In un approfondimento del sole 24 Ore si legge che “Nel 2021 sono state prodotte 11 miliardi dosi di vaccino e ne sono state somministrate globalmente  9 miliardi. Secondo le previsioni di Airfinity, diffuse dalla Biotechnology Innovation Organization (BIO), dal Developing Countries Vaccine Manufacturers’ Network (DCVMN) e dalla International Federation of Pharmaceutical Manufacturers and Associations (IFPMA), se la produzione continua al ritmo attuale, entro la fine della prima metà del 2022 potrebbero essere prodotte un totale di 19,8 miliardi di dosi di vaccino, equivalenti a 2,5 dosi per ogni persona nel mondo”.

Come è distribuito il vaccino nel mondo?

Come sono distribuite le dosi nel mondo? Secondo Our World in Data solo l’8,8% delle cittadini dei Paesi a basso reddito ha usufruito del vaccino e in uno studio pubblicato dalla rivista scientifica BMJ Global Health si legge che in Africa meno dell’1,6% della popolazione è stata completamente vaccinata, con doppia dose. La stima si riferisce alla popolazione residente negli Stati dell’ECOWAS – Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che comprende Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo e rappresenta 410 milioni di persone, ovvero circa il 5% della popolazione mondiale. Qui trovate la dashboard dell’Oms

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