Siria, 9 anni di guerra: 1 milione di persone in fuga da Idlib, più della metà sono bambini

A causa dell’escalation del conflitto a Idlib, a dicembre 2019, quasi 1 milione di persone di cui più della metà bambini, sono state costrette a fuggire dalle loro case. Qui un terzo delle abitazioni e delle infrastrutture civili sono state distrutte o gravemente danneggiate, rendendo così impossibile un futuro ritorno a casa dei profughi. Intere famiglie, per sfuggire alle violenze, si sono riversate nei campi profughi a nord di Idlib, che ad oggi risultano più che raddoppiati rispetto al 2017 in termini di dimensioni e di sovraffollamento. In questi campi le famiglie vivono in condizioni sempre più precarie – i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 120% rispetto allo scorso anno -, e in aree precedentemente destinate alle attività agricole.

“I bombardamenti implacabili hanno praticamente svuotato gran parte di Idlib nel giro di poche settimane, con conseguenze catastrofiche per centinaia di migliaia di bambini e di donne. Mezzo milione di bambini sono stipati in campi e rifugi di fortuna al confine con la Turchia senza accesso a beni essenziali e alla possibilità di condurre una vita dignitosa: non hanno un luogo caldo dove dormire, né acqua pulita, né cibo nutriente e non possono neanche studiare”, ha dichiarato Sonia Khush, Direttrice di Save the Children in Siria.

Nel video lo scenario devastante e desolante che emerge dall’analisi inedita delle immagini satellitari di Idlib, prima e dopo il conflitto, diffusa oggi da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro –, Harvard Humanitarian Initiative e World Vision, a pochi giorni dal nono anniversario dell’inizio del conflitto in Siria, che cade esattamente il prossimo 15 marzo.

I bambini – sottolineano nell’analisi le Organizzazioni – sono le prime vittime dell’escalation del conflitto in corso a Idlib, la peggiore crisi umanitaria nella Siria nord-occidentale in questi nove anni. Solo lo scorso gennaio, almeno 77 bambini sono stati uccisi o sono rimasti feriti nel nord-ovest del Paese e pochi giorni fa, il 25 febbraio, 10 scuole e asili sono stati bombardati a Idlib provocando la morte di 9 bambini e il ferimento di altre decine. Numeri che raccontano la morte e la distruzione in corso a Idlib e a cui si aggiungono i circa 280 mila bambini in età scolare nella zona la cui possibilità di studiare e andare a scuola è gravemente pregiudicata. In totale sono 180 le scuole che non funzionano perché sono state distrutte, danneggiate o utilizzate come rifugio per le famiglie sfollate.

Le immagini satellitari, che sono state analizzate dal Signal Program dell’Harvard Humanitarian Initiative, mostrano come diverse aree a sud e a est del governatorato di Idlib siano state gravemente danneggiate dall’offensiva. Nelle aree esaminate, in particolare, i ricercatori stimano che quasi un terzo degli edifici sia stato distrutto o gravemente danneggiato, con la distruzione di case e infrastrutture civili di vitale importanza che inevitabilmente renderà quasi impossibile, per le famiglie, il rientro nel prossimo futuro. E in effetti altre immagini mostrano due campi profughi nell’area settentrionale di Idlib le cui dimensioni sono aumentate rispettivamente del 100% e del 177% dal 2017. I campi, sia quelli formali che quelli informali, si stanno infatti diffondendo su quelle che precedentemente erano porzioni di terra destinate all’agricoltura. In entrambi i campi analizzati, la densità di popolazione risulta notevolmente aumentata tra il 2018 e il 2019, con picchi significativi nell’ultimo anno.
“La fuga di massa della popolazione e la distruzione di aree precedentemente abitate mostrano che la crisi umanitaria si è di fatto aggravata e che un terzo di una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti si è spostata in soli tre mesi“, ha spiegato Caitlin Howarth, del Signal Program dell’Harvard Humanitarian Initiative.

Save the Children e World Vision invitano tutte le parti in guerra a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani. Tutte le parti devono proteggere le scuole, gli ospedali e le altre infrastrutture civili dagli attacchi ed evitare l’uso di armi esplosive nelle aree densamente popolate. Tutte le parti in conflitto devono consentire un accesso senza ostacoli e sicuro agli operatori umanitari.

I bambini che vediamo quotidianamente in Siria sono affamati, hanno freddo e stanno soffrendo a causa di quello che stanno vivendo – ha dichiarato Johan Mooij, Direttore della risposta all’emergenza siriana di World Vision -. Molti di quelli che ora vivono a Idlib provengono da altre parti della Siria e non hanno conosciuto altro che guerra e fughe nelle loro brevi vite. Bambine e bambini di cinque o sei anni che sono in grado di riconoscere ogni tipo di bomba dal rumore che fa, ma che in alcuni casi riescono a malapena a scrivere il loro nome perché non hanno avuto la possibilità di studiare”.

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