Genova – Colazione col Sindaco” stamattina per gli abitanti del Campasso che hanno espresso, per l’ennesima volta, le loro preoccupazioni per la presenza dello smarino che occupa il parco ferroviario da ormai 5 anni, e hanno chiesto un aggiornamento sulla rigenerazione del mercato ovoavicolo di via Pellegrini, 3.000 metri quadri abbandonati dagli ani ’80 e che sono solo l’ombra di quello che era un importante spazio commerciale per il quartiere.
Partiamo dal mercato.
Il bando, aperto il 10 giugno 2019, prevedeva la presentazione delle offerte entro il 19 luglio e l’inizio dei lavori in autunno. Stamattina il Sindaco ha confermato la tabella di marcia dichiarando come “data di partenza della riqualificazione il 20 novembre, mentre già dal 4 novembre A.S.Ter si occuperà dell’impianto di illuminazione dell’area che andrà risistemato”.
Sullo smarino le cose si complicano. Lo precisa il Sindaco che spiega che “la legge italiana non ha recepito quella europea che ci permetterebbe di usare i detriti. L’assurdo è che c’è bisogno di questi detritici da tutte le parti perché devono fare piattaforme, devono fare i riempimenti a mare di Fincantieri, devono fare le dighe… Abbiamo un bisogno enorme di materiale solo che bisogna coordinarli con le leggi che ci sono oggi e che prevedono, giustamente, di non inquinare le acque”.
Poi lancia l’ipotesi di usare i detriti – non i 60.000 metri cubi del Morandi e degli edifici di via Porro, sia chiaro, che il direttore della struttura commissariale, Roberto Tedeschi, ha annunciato che saranno portati via entro la prossima primavera – per riqualificare le aree ex ILVA: “In ogni caso dobbiamo bonificare tutta l’arera che abbiamo preso dall’ILVA, l’area ex ILVA, e quell’area lì avrà bisogno di materiale e tutta quella roba lì serve per fare il terreno di bonifica”.
Già inviata, pare, la richiesta a RFI e infatti il Sindaco butta sul tavolo la sua best option: “Sono convinto che nel giro di 2, 3 mesi avremo la soluzione anche x i detriti del Campasso, quello che voi chiamate smarino. Con i detriti il progetto del cerchio rosso non si può fare quindi nel giro di 1 anno e mezzo al massimo è risolto tutto“.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.