Si torna sui banchi, ma quanto sono sicure le scuole italiane?

LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE: IL 40% DEGLI EDIFICI NECESSITA DI INTERVENTI DI MANUTENZIONE URGENTE, MENTRE OLTRE IL 60% NON DISPONE DEL CERTIFICATO DI AGIBILITÀ

Le scuole stanno riaprendo e Legambiente lancia un grido d’allarme: quasi il 40% degli edifici ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria urgente, oltre l’80% degli istituti non ha verificato la sicurezza dei solai, oltre il 60% non dispone del certificato di agibilità e più del 76% delle amministrazioni non ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica.

“Se per te la Scuola è una priorità, sappi che è urgente intervenire per mettere in sicurezza tutti gli edifici e garantire le stesse possibilità educative agli alunni di tutte le regioni italiane, perché negli ultimi dieci anni la situazione non è migliorata e anzi sembra proprio essere bloccata: la progettazione è troppo lenta e quasi non c’è stato nessun passo avanti in tema di riqualificazione e sostenibilità”.
Comincia così la lettera aperta di Legambiente al Governo sul tema scuole, con una serie di numeri  preoccupanti elaborati sui dati Miur e su un’anteprima di Ecosistema Scuola, l’indagine che sempre Legambiente effettua sulla qualità dell’edilizia e dei servizi.
Risulta, infatti, da questa analisi che ben il 38,8% degli istituti in Italia necessita di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per l’eliminazione dei rischi.
Ma la situazione non è la medesima nel Paese e tra nord e sud il diritto allo studio non è uguale per tutti.
Questa necessità riguarda il Nord per il 28,8%, il Centro per il 41,9%, il Sud per il 44,8% e le isole per il 70,9%. La fotografia di un Paese sostanzialmente senza sviluppo, visto che dieci anni fa, la media nazionale era del 32,8%, con una percentuale del 21% che riguardava il Nord, del 26,4% per il Centro, del 47,3% per il Sud e del 40,8% per le isole.

CERTIFICATO DI ABIGIBILITÀ E VERIFICHE SISMICHE
Ad oggi, il 61,4% degli istituti non dispone del certificato di agibilità (anche qui con differenze notevoli tra il Nord con il 48,8%, il Centro con il 66,8%, il Sud con il 69,4% e le isole col 77,3%), mentre le verifiche di vulnerabilità sismica, fondamentali in gran parte del Belpaese, sono state realizzate solo in parte. Il 76,2% dei comuni capoluogo infatti non le ha completate. Cioè sono state realizzate solo in alcuni istituti e non in tutti. Una situazione che riguarda il 73,5% delle amministrazioni dei capoluoghi del Nord, il 71,4% del Centro, il 77,8% del Sud e il 100% delle isole.

Nel complesso, solo il 22,2% dei Comuni capoluogo in aree con rischio sismicità più alto (le cosiddette aree 1 e 2) ha realizzato le verifiche di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici.
Tra le inadempienti, anche città altamente a rischio come Napoli e Messina.

CONTROLLI AI SOLAI SOLO NEL 18% DEGLI EDIFICI SCOLASTICI
I solai, principali protagonisti dei crolli e degli incidenti avvenuti nelle scuole negli ultimi anni, sono stati oggetto di indagine di controllosolo nel 18,9% degli edifici. Questi controlli hanno riguardato il 24,6% degli istituti del Nord, sui quali sono stati effettuati poi interventi di messa in sicurezza peril 22,3% dei casi, il 24,7% del centro con conseguente intervento sul 16%, il 6,4% degli istituti del sud che ha richiesto interventi di messa in sicurezza per il 58,8% dei casi e il 4,1% degli edifici nelle isole con il 73,3% degli interventi.

In positivo, occorre segnalare Mantova come unica amministrazione italiana ad aver realizzato indagini di vulnerabilità sismica e di sicurezza dei solai in tutti i suoi edifici scolastici.

“Questi dati – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, Vicepresidente e responsabile Scuola e Formazione di Legambiente – evidenziano ancora una volta le disuguaglianze e le diverse velocità in cui marcia il nostro Paese anche in tema di scuole sicure e servizi di qualità. Invece di parlare di regionalizzazione dell’istruzione, che andrebbe a creare solo situazioni più inique, occorre che lo Stato individui, come prevede la nostra Costituzione, gli strumenti perequativi per garantire ai ragazzi una buona qualità dell’istruzione e un buon accesso di diritto allo studio in tutte le aree del paese, spingendo le Regioni e gli altri enti locali ad esercitare in pieno e in modo più qualificato le competenze che già oggi hanno”.

SCUOLE SENZA MENSE E SENZA PALESTRE
Sempre in tema di servizi, infatti, il 74% delle scuole italiane non ha la mensa (manca nel 66,3% degli istituti del Nord, nel 65,2% degli istituti del Centro, nell’86,5% dei casi al Sud e nell’86,2% nelle isole), e nel 57,6% delle scuole non c’è servizio di trasporto per gli alunni disabili (manca al Nord nel 58,3% degli istituti, al Centro nel 55,1%, al Sud nel 57%, nelle isole nel 60,3%).
Le palestre o le strutture per lo sport sono presenti solo nel 40,7% degli istituti di cui il 44,7% al Nord, il 45,3% al Centro, il 32,2% al Sud, il 38,3 nelle isole.

SOSTENIBILITÀ FERMA AL PALO
Molto ancora rimane da fare nel campo della sostenibilità. Solo il 4,6% degli edifici scolastici si trova infatti in classe energetica A, mentre quasi un edificio su tre (29%) è ancora in classe G. Tra le città virtuosein tal senso, Prato vanta tutti gli edifici scolastici nelle prime tre classi energetiche, mentre a Brescia oltre metà degli edifici (55%) sono in classe A.
La lotta alle plastiche non riguarda ancora le scuole del sud e delle isole, dove le stoviglie in plastica monouso sono utilizzate rispettivamente nel 56,6% e nel 100% dei casi (35% è il dato nazionale).

“Occorre una decisa inversione di tendenza per garantire scuole sicure ed efficienti in tutto il Paese – ha concluso Vanessa Pallucchi in questa lettera aperta al Governo -. Chiediamo tempi e azioni certe per affrontare di petto quella che è una delle vere grandi opere necessarie per il nostro futuro. È urgente intervenire attraverso il completamento dell’Anagrafe scolastica, per poter programmare priorità e tempi di intervento, ma anche per garantire il diritto alla consultazione di dati pubblici che interessano milioni di persone. Occorre sbloccare immediatamente i fondi rimasti senza decreto attuativo, quali ad esempio i BEI-CEB che consentiranno lo stanziamento di 1,5 miliardi netti per scuole più sicure, nuove ed efficienti,e ripristinare le funzioni di monitoraggio dei cantieri finanziati e il supporto progettuale agli enti locali bloccati con la chiusura della struttura di Missione per l’edilizia scolastica.
Tutto ciò va fatto presto e con determinazione, perché da azioni concrete come queste passa la sfida di una riqualificazione ambientale e sociale sostenibile del Paese”.

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