Più menopausa per tutte

Francamente non capisco.
Non capisco tanto clamore mediatico e nemmeno tanto furore iconoclasta a seguito dell’esternazione dell’onorevole Francesco D’Uva, deputato e capogruppo dei CinqueStelle a Montecitorio.
francesco-duvaTrentunenne di belle speranze, laureato in chimica con tanto di lode e tesi sul fotovoltaico di terza generazione sviluppata presso il CNR-IPCF. Giovane con un futuro che con quel cognome avrei detto preferibilmente maestro sommelier o imprenditore nel settore della viticoltura. E comunque, visto l’ultimo trattato in cui è incappato durante una trasmissione televisiva, lo avrei fatto almeno laureato in medicina con specializzazione in ginecologia.
Non capisco il perché di tanta rabbia sui social e no, nei suoi confronti, per aver applicato il suo senso logico a chi gli chiedeva – nel caso specifico una giornalista – se in fondo anche gli assorbenti bollati con l’IVA al 22% come generi di lusso e non  di prima necessità, non dovessero risultare una sorta di abuso. Meglio: una discriminazione machista alla vigilia del venerdì 17 maggio, che al di là della psicosi anti jella collettiva, risulta essere perfino la giornata contro l’omofobia.
Insomma perché tanta rabbia quando abbiamo cristianamente sdoganato come curiosità degna di nota, o forse no, rettilianesimo e terrapiattismo? E perfino i movimenti no-vax e le tendine occultacroci nei cimiteri?
Che poi questa nuova sorta di attacco – o crociata che dir si voglia – ai pannolini, quelli per i bebè come gli assorbenti intimi, già legittimata appena qualche giorno fa dal filosofo sovranista Diego Fusaro con la maledizione scagliata contro la campagna social #iocambio, che promuove l’inserimento di fasciatoi anche nei bagni pubblici per uomini e diffonde immagini che ritraggono maschietti intenti a cambiare i pannolini dei loro figli, altro non potrebbe significare se non un attacco frontale all’industria del pannolino, tampax e affini. Magari con futuri e prossimi licenziamenti in tronco.

diego-fusaroScriveva Diego Fusaro commentando l’immagine di un giovane padre che aderisce alla campagna #iocambio: “Prosegue la campagna di svirilizzazione dell’uomo da parte del turbocapitalismo, che ci vuole tutti femminilizzati. E voi siete così pazzi da pensare che il problema sia la cultura islamica? Il problema è il suicidio ridicolo dell’occidente”.
Già il suicidio ridicolo dell’occidente
.
Perché insomma, probabilmente nell’un caso e nell’altro sempre di una sorta di rigurgito di virilità repressa potrebbe trattarsi. In entrambe le situazioni, comunque, facendoci ripiombare agli albori del medio/Evo.
Con i padri che si occupano dei figli, maschi, solo nel duro apprendimento del mestiere delle armi e le donne , o madri, costrette in quei giorni a rintanarsi in casa. O in convento.

D’Uva nel pieno del suo ritorno al futuro, in una sorta di antagonismo con la Lega di Salvini,  ha suggerito di abbandonare gli assorbenti intimi, costosi e probabilmente inquinanti, per utilizzare coppette, o ancor meglio le antiche fasce inserite nelle mutande. Persino nel caso di cintura di castità. Che gli assorbenti sono cose da ricchi. E perciò questione di classe e di casta.
Qualcuno, malignamente suggerisce, che il giovane pentastellato voglia far nascere da una costola dei Cinque Stelle un suo personale movimento sulle orme del padre Beppe Grillo, che in quanto a belinate….. e che avrebbe già in cassaforte uno slogan con tanto di copyright, frutto, magari, di qualche esperimento evoluzionista sul climaterio precoce.
Praticamente dal giorno dopo lo sviluppo. Uno slogan semplice semplice “Più menopausa per tutte”. Con prossimo lancio proprio a Genova, città favorevole per presenza di anziani, difficoltà economiche, ma non solo,  di fare e mettere su famiglia e decremento verticale delle nascite. Pare prolifichino solo i clandestini. Ma clandestinamente.
Il pannolino in fondo inquina e lo smaltimento costa un sacco di soldi alla comunità tutta.
Per questo mi piacerebbe poter assistere a un pubblico confronto con Vittorio Feltri, fustigatore dei gretini dell’ultima ora. Quelli del surriscaldamento terrestre e del buco nell’ozono.

selvaggia-lucarelli
Selvaggia Lucarelli

Sconsiglio, comunque vivamente a D’Uva, in un momento di sublimante sovraesposizione di lasciarsi irretire dalle profferte di tal Milly Carlucci, conduttrice. Che potrebbe volerlo come concorrente, o anche solo per una comparsata come ballerino per una notte, a “Ballando con le stelle”. Proprio lui che di stelle, in fondo, se ne intende. Troverebbe la fiera opposizione fra i giurati della assatanata e fustigatrice di pessimi costumi Selvaggia Lucarelli, che magari perdona il rozzo fascino di Dani Osvaldo, ma a lui ha già dedicato un post in cui gli toglie la pelle di dosso. Anzi il pannolino. Lasciandolo come mamma l’ha fatto con una mano davanti e l’altra dietro.
Si è giustificata, comunque, la Lucarelli. Cose da donne. In quei giorni malmostosi pannolini, tampax, coppetta o fasce di continenza, si è capaci di qualsiasi nefandezza.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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