Edoardo Viterbori, il giovane regista che racconta la Resistenza genovese

“Oltre il Ponte!” non è un film sulla tragedia del 14 agosto.
Scattante e conciso come un’impresa dei gappisti, è il racconto della Resistenza genovese costruito attraverso le imprese dei protagonisti.
Ci sono tre partigiani sopravvissuti a un rastrellamento nel basso Piemonte che, disarmati, devono raggiungere Campomorone. Due fascisti, che credono ancora nei loro ideali e cercano di salvare il salvabile. E due adolescenti che rimangono coinvolti nella guerra di Resistenza, per caso.

“Oltre il Ponte nasce innanzitutto come tributo a una città, Genova, che è stata l’unica a liberarsi da sola” racconta Edoardo Viterbori, il giovane regista, che poi rivela il senso profondo del film: “Viviamo in un’epoca in cui i veri testimoni della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza ormai hanno un’età avanzata e molti non ci sono più“.
La memoria, dunque, che rende questa storia di finzione più che reale, che racconta a chi non c’era la storia di ieri, che nei tempi più bui riaccende la speranza di trovare oltre il ponte giustizia e libertà.
Scriveva Italo Calvino nella sua canzone partigiana: “Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte”.

 

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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