Pietà l’è morta

Ci siamo. Siamo alle esequie. Al rito funebre. Poi sarà soltanto l’elaborazione  del lutto. Corta, così e così, lunga, lunghissima. A seconda delle capacità di riposizionarsi,  o uscire definitivamente di scena, dei nostri soliti eroi.

L'Unità - Addio a Berlinguer
L’Unità – Addio a Enrico Berlinguer

Celebrazioni bipartisan, come dire viste da sinistra e… da destra, ad evidenziare che il problema per la nostra politica sono le trasformazioni dei grandi partiti che furono. Con annesse scissioni, resurrezioni, nuove denominazioni – né d’origine, né controllate – alleanze e cooptazioni. E nuovi statuti.  Inizia il comico genovese Maurizio Crozza già a fine settembre, sdoppiandosi, anzi quadruplicandosi. Trasformandosi nello stesso tempo in Paolo Gentiloni/Matteo Renzi/Marco Minniti/Carlo Calenda. Tutti insieme appassionatamente al capezzale del Pd che sta spirando. Annota “Affari Italiani.it “ nella sua pagina degli spettacoli “Straordinario Maurizio Crozza nel corso della prima puntata della nuova stagione di Fratelli di Crozza il venerdì in prima serata sul Nove, si fa in quattro per analizzare la situazione disastrosa in cui versa il Pd ed è subito Disgrace Anatomy. Il nuovo personaggio di Calenda con Minniti, Gentiloni e Renzi si ritrovano insieme al capezzale di un Pd ormai moribondo: “ I medici dicono che capisce tutto, tranne il Paese capisce tutto…”. Teatrino surreale più reale della realtà politica che ci circonda.
Maurizio CrozzaDove il Pd è ormai sul letto di morte e i quattro attendono solo che spiri. E a decesso avvenuto restano davanti al cadavere solo Calenda e Renzi che si presuppone vogliano spartirsene le spoglie. Calenda chiede allora a Renzi, mentre Minniti e Gentiloni se n sono già andati “ Mo’ che famo io mi prendo i pantaloni e tu la camicia?”. E Crozza/Renzi risponde “No fa pure tu, io sto aspettando che muoia Forza Italia”.
Detto fatto perché Andrea Cevasco influencer politico con simpatie leghiste risponde per le rime con un post su sfondo nero funereo “Il cdx e’ morto. La nostalgia non diventi un’ossessione”. Insomma un invito ad andare avanti nonostante assenze epocali per il nostro quadro politico. Con un quadro in cui i pazienti stanno lentamente consumando ognuno una propria agonia tra congressi e nomi i a ripetizione di nuovi possibili ipotetici leader e il padre telecavaliere Silvio Berlusconi che piombato in un anonimato comatoso cerca di ritornare in sella almeno per bruciare un altro papabile delfino. In un clima di dissoluzione dove, anche in Liguria lo spettacolo dei riposizionamenti è già al suo apice. Insomma così è se vi pare. La resilienza fiaccata è finita. E pieta’ l’è morta.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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