Pitoni, capitoni, capitano. Ovvero l’arte di digerire la preda

trittico Salvini

È tempo di strategie elettorali mentre fra incontri e propaganda il voto per le europee si avvicina.
Con dichiarazioni roboanti e divisive, scandali, scandaletti e sondaggi.
L’ultimo, quello di Swg per Enrico Mentana di TgLa7 racconta di Lega e Cinque stelle in flessione. Secondo “Libero it”: Troppe liti alla fine si pagano. La domanda è: tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, chi ci rimetterà di più?
Il sondaggio Swg per il TgLa7 di Enrico Mentana emette una nuova inquietante sentenza: nell’ultima settimana, funestata dal caso Siri e dall’impressione di un governo ormai al lumicino, la Lega perde lo 0,7 e scende al 31,6%, il Movimento 5 Stelle “limita” i danni calando dello 0,5 e retrocedendo al 21,8 per cento. Un segnale importante e incontrovertibile, in ogni caso, anche perché le cose potrebbero peggiorare nelle prossime settimane facendo suonare un campanello d’allarme in vista delle elezioni europee tra meno di un mese. Dietro ne approfitta il Pd, che riprende fiato e nell’altalena coi 5 Stelle torna al secondo posto: +0,5, 22,5% e ribaltone sui grillini. Crescono anche le altre ruote del carro del centrodestra: Forza Italia è ora all’8,8% (+0,4), Fratelli d’Italia al 5% (+0,2) mentre nell’altro campo perdono i cespugli Sinistra (3,1%, -0,3) e +Europa (2,9%, -0,1)”.

E così nel bel mezzo delle polemiche sulla Liberazione e alla vigilia del primo maggio, festa del lavoro, con tanto di post, molti in cui si osserva che proprio il lavoro nonostante la festa risulta ormai il grande assente, arriva anche il tempo delle favolette. Che nella maggior parte dei casi sono solo portatrici di buon senso. Persino in rete e sui social dove spesso il buon senso finisce per latitare.

E quindi “Il pitone pappatutti”, libretto per i bambini dai 4 anni in su, di Claudia Palombi e Gloria Francella per Giunti Editore.
Per farla breve: “Un giorno, in un bosco tranquillo tranquillo, arriva un pitone affamato affamato… Ha così tanta fame che… GNAM GNAM… una farfalla qua… una rana là… GNAM GNAM… comincia a papparsi un sacco di abitanti del bosco… Poverini! Per fortuna il Pitone Pappatutti scoprirà presto che gli animali del bosco sono molto migliori come amici che come ”spuntino”!!!”.
Un po’ più truculento e senza lieto fine, almeno per ora, e a meno di ripensamenti, il post di Oriana Cipparoli, assessore del Municipio III, bassa Valbisagno alla viabilità, mobilità, servizi civici e biblioteche, eletta come esponente della lista Bucci, poi dimissionaria ed entrata nel gruppo misto e in seguito indicata come assessore in una maggioranza con presidente Pd. Comunque, scrive la Cipparoli : “L’arte del pitone. Il movimento 5 stelle pur di governare accetta l’alleanza, scusate contratto, con la Lega. Salvini, astuto politico, li vuol portare con se per mettere in atto la tecnica del pitone. Ingoiare la preda viva, digerirla piano piano, finché non viene espulsa. La tecnica funziona a meraviglia. Ma Giggino, da buon partenopeo, capisce, anche perché i consensi calano, e ha un’idea. Cerca aiuto nel PD per poi fare la stessa cosa: pitonarselo. Riuscirà Zingaretti a non cadere nel tranello pitonesco?”.

Il tutto con una curiosa evoluzione/involuzione naturalistico-morfologica di Matteo Salvini passato nel giro di qualche mese da Capitano a… capitone. E poi da povero capitone a più pericoloso pitone.

Matteo RenziProprio l’omonimo ex premier ed ex segretario Pd Matteo Renzi, qualche tempo fa, in occasione della sua visita al teatro della Gioventù di Genova per presentare il suo ultimo libro, si trovò a dire di Salvini “Salvini non è facile da definire, ti scappa come un’anguilla.
Mi è capitato di vedere Salvini con qualche uniforme della polizia. Però dieci anni fa Salvini è quello che tirava le uova addosso ai carabinieri. Oggi dice alcune cose su ‘prima gli italiani’ e dieci anni fa era l’unico conduttore radiofonico che faceva il tifo per la Francia contro l’Italia durante la finale. Salvini è quello che oggi ragiona di essere il punto di riferimento per lo sguardo euro-atlantico e dieci anni fa diceva che la Corea del Nord aveva un grande senso di comunità. Non stupiamoci se fra dieci anni Salvini farà il volontario di una ong che salva i migranti nel Mediterraneo”. Insomma una sorta di muta, per la verità più adatta ai rettili che ai pesciolini.
E perciò la trasformazione di cui sopra, questione di consonanti e vocali. Capitano…. mio capitano, capitone, mio capitone. Sino ad  arrivare a pitone, rettile puro e semplice. Sorta di modello politico a cui sembrerebbe ispirarsi pure il Di Maio pentastellare. Tanto per non restare con le mani in mano e visto che alla fine fine anche i sondaggi e non solo la percezione sembrerebbero dare il Pd di Zingaretti in risalita. Con il vicepremier che cerca aiuto nel Pd per poi – come osserva la Cipparoli – “pitonarselo”.

Graziano Del RioNon a caso i maggiori quotidiani nazionali non hanno potuto fare a meno di notare flebili segnali di convergenze mentre continua il braccio di ferro all’interno della coalizione verdeoro. Con l’ex ministro di Gentiloni, Graziano Del Rio e Di Maio che iniziano a confrontarsi, a corteggiarsi e dialogare lanciando qualche segnale di fumo attraverso le interviste ai quotidiani su argomenti come taglio dei parlamentari, salario minimo, conflitto di interessi, acqua pubblica e… togliere la sanità ai partiti. Punti fondamentali per mantenere l’attuale governo in vita. Con tanto di aut aut alla Lega. Al contrario il Pd, magari ha punti di vista differenti, ma ne vuole parlare.
Poi, a risultati delle europee acquisiti, inizierà la fase dell’ individuazione e del corteggiamento alla preda. Dove tutti sono pronti a rimangiarsi tutto e a mangiare tutti. Tanto per capire chi mangia chi o che cosa. E con il rischio che qualche boccone possa realmente risultare o troppo grosso o troppo indigesto.
L’unica cosa che mi sento di escludere, almeno al momento, è un qualsiasi lieto fine del tipo “Il pitone pappatutti”, favoletta in cui il rettile si redime fino a cambiare abitudini e istinto e scopre che ….” Gnam Gnam e Gnam Gnam, gli animali del bosco sono molto meglio come amici che come spuntino”. In politica magari c’è anche il fattore delle mutazioni genetiche a seconda della convenienza. Ma mi sento di escludere che vi sia spazio per i buoni sentimenti.

Silvia RomanoSolo due cose ancora, tanto per concludere. Naturalmente su buoni sentimenti e politica. La prima riguarda la commissione d’inchiesta su Giulio Regeni arrivata in aula alla Camera. Proprio nel ponte del primo maggio in un’aula desolatamente vuota.
Diciannove i deputati presenti:  8 del Pd, 2 di Leu, 5 del M5Stelle, nessuno di Fratelli d’Italia, 2 della Lega e 2 di Forza Italia. Dibattito serratissimo come spiega Giovanni Casadio su Repubblica.it: “Due minuti è il tempo che il leghista Paolo Formentini impiega, nell’aula deserta della Camera, per dire che anche il partito di Salvini è d’accordo con una commissione parlamentare d’inchiesta per cercare verità e giustizia sulla morte di Giulio Regeni. Un po’ più lunga la dichiarazione del forzista Pierantonio Zanettin, ma con molti distinguo (“No a una cosa velleitaria, no alla propaganda, no allo spreco di risorse e energie”).La grillina Sabrina De Carlo, relatrice in commissione Giustizia, illustra la proposta: la commissione avrà 12 mesi di tempo per “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni” e dovrà “verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà”. L’appello di Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, rilanciato da Repubblica, è stato fatto proprio dal presidente della Camera Roberto Fico che ha chiesto ai partiti di non dividersi e per una volta condividere la battaglia di verità. Sono arrivate decine e decine di dichiarazioni di solidarietà. Le parole non costano. Ma al primo, timido passo per Giulio – la commissione parlamentare – in aula erano presenti solo 19 deputati: 8 del Pd, 2 di Leu, 5 del M5Stelle, nessuno di Fratelli d’Italia, 2 della Lega e 2 di Forza Italia. Massimo Ungaro parla a nome dei Dem. Eletto nella circoscrizione estero di Londra, di Giulio conosce la storia anche personale attraverso la testimonianza e i ricordi di un compagno di scuola del giovane ucciso in Egitto. Quando rievoca il “pestaggio pesantissimo: più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole, le due braccia, le due gambe…”, la voce si incrina. Conclude: “Diciamolo chiaramente, diciamolo in quest’aula: la Repubblica araba d’Egitto diretta dal generale-faraone Al Sisi, ci sta prendendo in giro”. 

Nell’emiciclo di Montecitorio gli applausi dagli scranni della sinistra rimbombano. E Ungaro ammette che certo “c’è da indignarsi” per quell’aula vuota. Anche se, a giustificazione dei Dem assenti, afferma che l’avviso ad esserci era arrivato solo nella mattinata. Aggiunge: “Su Giulio però, non vorrei fare strumentalizzazioni politiche”. Filippo Sensi twitta una foto dell’emiciclo deserto. Sui social partono proteste: “Siamo un Paese irrecuperabile”; “Che vergogna”; “Che sensibilità hanno i nostri rappresentanti”; “Aula affollata, vergogna”.
Non si scompone invece il sottosegretario agli Esteri. Manlio Di Stefano dei 5Stelle: “È normale in discussione generale”.
Laura Boldrini fa un intervento appassionato e, da ex presidente della Camera, dice di comprendere le assenze in un momento di impegno per la campagna elettorale: “Ma il voto sia presto e partecipato”.
Tutti i partiti dovrebbero votare sì, forse giovedì”. Già, forse giovedì. A ponte superato. Perché ormai, fra le grandi manovre elettorali null’altro esiste.

E sullo stesso tema della mancanza di memoria mi piace ricordare un post del mio amico Giovanni Giaccone che sul suo profilo pubblica un post di “Diritti umani.org”: “Non si parla più di Silvia Romano. Sono passati 100 giorni dal suo rapimento” e invita a un evento pubblico di Angelo Giangaspare. Giusto domani, dalle 00.00 alle 23,55… “. Postare foto di Silvia Romano anziché invettive contro Salvini”. Ecco un barlume nel bel mezzo di bestiari vari, fra pescecani, Pitoni, capitoni e capitani.
Ps. E comunque buon concertone a tutti. Ah già, quote rosa permettendo.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

One thought on “Pitoni, capitoni, capitano. Ovvero l’arte di digerire la preda

  1. A proposito di Capitani, il suo articolo mi ha fatto tornare alla mente il surreale “Capitano che potava capotato” in voga qualche lustro fa con Andreasi e poi Cochi e Renato. A quel Capitano non finiva tanto bene ….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *