Barriere architettoniche: la via crucis dei disabili genovesi

Genova – È accettabile dover scegliere se pagare un taxi di tasca propria oppure starsene a casa, perché le pedane disabili dei bus sono fuori uso?
È accettabile esporsi ogni giorno al rischio di cadere dal marciapiede con la carrozzina per l’invasione degli ingombranti o delle auto in sosta selvaggia?
È accettabile prenotare una visita medica e poi rischiare di saltarla perché la stessa carrozzina non entra nell’ascensore della ASL?
È accettabile misurarsi una maglietta in mezzo alla strada perché i negozi sono privi di pedane per disabili?

Il punto è che spostarsi a Genova, per chi ha una disabilità, è una via crucis della quale la gente spesso neanche si accorge perché il persistere delle barriere architettoniche ha come conseguenza pratica che molti rinunciano anche a uscire di casa.

Abbiamo deciso di fare un giretto con Maurizio e la sua ciclo-carrozzina per provare a metterci nei suoi panni, per provare a bucare la barriera dell’invisibilità e magari riuscire a migliorare qualcosa.

Simona Tarzia

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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