Chiesti 5 milioni di euro per le prime emergenze. Regione e Protezione Civile fanno il punto sul disastro di Ponte Morandi

Genova – “Nella sede della Protezione Civile della Regione Liguria ho appena firmato la richiesta di Stato di Emergenza Nazionale per il disastro di Ponte Morandi”.

Lo ha detto Giovanni Toti, Presidente di Regione Liguria, nel corso della conferenza stampa di questa mattina durante la quale, insieme a Giacomo Giampedrone, Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Infrastrutture  e Viabilità, e ad Angelo Borrelli, Capo dipartimento della Protezione Civile Nazionale, ha fatto il punto sulle prime misure urgenti che sono state adottate.
La richiesta, per far fronte alle prime emergenze, è di 5 milioni di euro.

Intanto sale ancora il  numero delle vittime: si parla di 39 morti e 15 feriti, 9 dei quali in codice rosso.
Parole di ringraziamento sono andate ai soccorritori, più di mille uomini al lavoro da ieri, ancora impegnati nella ricerca dei dispersi la cui presenza è stata rilevata dai cani molecolari sotto i blocchi centrali più imponenti.

Sale a 632 anche il numero ufficiale degli sfollati, determinato da un censimento completo del Comune sugli 11 edifici evacuati.
I prossimi sopralluoghi stabiliranno se il Comune dovrà emettere nuove ordinanze di sgombero.

La rimozione delle macerie dal Polcevera, ulteriore pericolo per una città come Genova soggetta a violenti nubifragi, sarà un nodo centrale delle prossime operazioni, così come il controllo costante della portata del fiume che diventerà, dice Giampedrone, “un sorvegliato speciale”.

Infine, quanto alla viabilità, è previsto che i mezzi pesanti in uscita da Voltri siano dirottati direttamente sulla A26, via Ovada, mentre quelli in uscita dai varchi portuali di Sampierdarena prenderanno la via della A7, verso Milano.
Per il normale traffico cittadino, precisa Toti, “c’è la necessità di sveltire i cantieri già in opera, primo fra tutti Lungomare Canepa, per il quale vorremmo anticipare l’apertura alla fine del 2018 ( le previsioni parlavano di fine 2019)”.

“Chiedo con forza che si evitino le paludi burocratiche”, conclude ancora Toti che poi aggiunge: “Sia chiaro che l’emergenza per me finisce solo quando questa regione tornerà una regione normale”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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