Vedo gente, faccio cose

Vedo gente, faccio cose

Qualcuno potrà anche permettersi di dire – e sono sicuro che improvvidamente finirà per farlo – che me la canto e me la suono. Rivolgendosi a me con lo stesso luogo comune con il quale, alcuni giorni fa, suggerivo di non apostrofare assolutamente il nostro sindaco, Marco Bucci, che aveva sollazzato imprenditori americani e italoamericani, non solo con il suo inglese perfetto, ma, addirittura, con un’estemporanea quanto fallimentare prova di canto – e grande coraggio – intonando l’inno della saudade genovese: “Ma se ghe pensu”. Sognando una Genova meravigliosa che ancora meravigliosa, purtroppo non e’. Me la canterei e me la suonerei, insomma, quando, non riuscendo a resistere ad un post del mio amico Fabio Palli che sovrappone al gigantesco ponte cabinato dell’imponente portaerei per turisti Seaview – gioiello della Msc, battezzato proprio ieri con vip cerimonie, musiche, concerto, vernice e fuochi d’artificio nella nostra città’- l’ incombente Diga di Begato, non riesco a fare a meno di condividere e commentare: “Quando dico che Fabio Palli e Simona Tarzia hanno geni geniali…

Fabio e Simona, tanto per spiegare ai neofiti, sono anima, mente e braccia di Fivedabliu, sito on line di informazione, recentemente trasformato in testata giornalistica, di cui immodestamente da qualche mese mi pregio di essere il direttore responsabile. Raramente, nei nostri quotidiani contatti telefonici, ci capita di discutere di linea editoriale, ma quando lo facciamo si finisce sempre per essere d’accordo. Ieri sera, per esempio, Fabio lamentava di non avere il dono dell’ubiquità, interrogandosi se, messo di fronte al dilemma di seguire il varo del gioiello Msc o il dibattito organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Begato, fosse stato giusto privilegiare quest’ultimo evento per riuscire a fornirne un piu’ dettagliato resoconto.

Cosi’ di fronte all’incalzare dei commenti sul nuovo colosso della Msc – alcuni dei quali veramente impietosi – ha provveduto al fotomontaggio di cui vi parlavo e che ho gratificato definendolo geniale.

E nel geniale fotomontaggio c’è la somma esatta della giornata genovese del nostro Sindaco, che, almeno al momento, divinizzato ma non divino, il dono dell’ubiquita’ non lo possiede, ma – occorre almeno riconoscerglielo – si da’ un gran daffare per propagandare quell’idea di Genova Meravigliosa ben presente in potenza nella sua testa e nelle sue parole. E purtuttavia con pochi riscontri nell’immediata realta’.

Tanto che quello scafo gigante con la Diga di Begato piazzata sul ponte potrebbe davvero diventare, nell’immaginario collettivo, un logo simbolo della nostra città’. Sospesa fra il passato e la sua rinnovata vocazione turistica. Fra la cultura insita nella sua storia: fra repubbliche marinare, mercanti, dogi e banchieri e quella nazionalpopolare dello scivolo, del concerto “Albano/Romina”, della vernice a bordo della Seaview, di Sofia Loren, della Hunziker e di Zucchero. Tutta chiacchiere e distintivo. Commentava qualche giorno fa un amico su facebook. Poi – come dicevo – il nostro Sindaco, ancora in trance agonistica dopo i fasti americani, ha presenziato sia all’una che all’altra manifestazione. Quella del lusso e della vernice con musica e lustrini a bordo della città galleggiante ormeggiata nel porto di Genova e terminata, manco a farlo apposta, con l’ennesimo spettacolo pirotecnico, e l’altra, in collina, organizzata dalla comunità di Sant’Egidio. Incontro in cui, dopo anni di silenzio da parte delle giunte di sinistra, si inizia finalmente a riparlare del dramma delle periferie urbane, dei disastri dell’edilizia popolare in collina, degli errori delle 167 che, nei bei tempi andati, permettevano di edificare con i finanziamenti dello stato e a basso costo. Alimentando il sogno del tetto sulla testa per tutti e, nel contempo, l’incubo della “deportazione” dai quartieri rasi al suolo e quello di una promiscuità sociale esplosiva.

Per anni si è fatto finta che i problemi architettonici, ma soprattutto quelli urbanistico – ambientali e sociali, non esistessero consentendo loro di crescere, proliferare e incancrenirsi. Fino a che, nell’indeterminatezza e nella fascia grigia dell’incertezza istituzionale, qualcuno ha deciso di approfittarne facendo mercato degli immobili sfitti. E, tra abusi e minacce, il tutto e’ diventato traffico fiorente.

Così, sabato Bucci, dopo aver dato riprova del suo inglese fluente a bordo della Seawiev – pare che ormai, fra politici e amministratori vari, la prova di “speak english” sia più probante e performante di qualsivoglia lungimiranza politica – ha veltronianamente promesso, di fronte al PalaDiamante di Begato gremito, che… “yes, i care”. Anche se la soluzione prevista di offrire in vendita le case/patrimonio comunale dei quartieri collinari, appare abbastanza complessa. Come complesso appare il proposito di disseminare gli abitanti in altri quartieri genovesi. Una sorta di cura palliativa che, con ogni probabilità, non andrà al di là dell’annunciazione di buone intenzioni. Pero’ importante è gia’ il segnale in controtendenza. Semprechè non ci si limiti, come si è fatto fino ad oggi, esclusivamente alle parole.

Vedo gente, faccio cose

Dopo un anno di faccio cose, vedo gente, con la prospettiva di una GenovaMeravigliosa tutta da costruire, sarebbe finalmente giunto il momento di passare dai proclami e dagli spot alle strategie a breve e medio termine per la città. Mentre i nodi di un progetto bislacco come quello di Euroflora vengono al pettine con la denuncia di Lega Ambiente al Comune per aver sconvolto l’assetto dei Parchi di Nervi e l’incombente bisticcio tra cultura e intrattenimento-pop, cristallizzatosi nell’utilizzo improprio dei locali sede del museo di arte contemporanea di Villa Croce, minaccia di esplodere.

Vedo gente, faccio cose

Il contrasto sta tutto lì, come evidenziava bene Fabio Palli con la sua fotografia/fotomontaggio che non avrebbe potuto dare immagine più eloquente della nostra GenovaMeravigliosa. Uno scafo pronto a salpare gravato di tutto il peso delle periferie, e non solo. Un gigante dei mari al momento sempre fermo in porto. Forse pronto soltanto a navigare a vista. Quando dico che Fabio Palli e Simona Tarzia hanno geni geniali…e suggeriscono i contrasti e le contraddizioni della citta’. Per esempio quella multa da 200 euro affibbiata ad una clochard che mangiava nella via Venti Settembre. La stessa centralissima strada che per una intera giornata si appresta ad ospitare, il 7 luglio, i bagnanti dello scivolo per i festeggiamenti della Costa. Vedi caso un’altra compagnia di navigazione che promette turisti a go-go. In questo caso, pero’, la miserabile barbona affamata disturba i commercianti. Oppure la cancellazione (o sospensione?) da parte della giunta Bucci delle vacanze per disabili. Perche’, sono parole dell’assessore “Scarseggiano i soldi e comunque andrebbero utilizzati meglio”. Immagine di una citta’, magari pronta a svendersi ai  turisti delle crociere, che si dimentica di occuparsi delle sue emergenze sociali.

Vedo gente, faccio cose
Simone Lezzi

Osserva Simone Lezzi, fotografo di moda trasferitosi a Londra: “Quindi poco importa ma basta ritornare nella hometown e il sabato sera genovese dice poche cose e zero eventi a parte: 1)Museo di arte moderna senza arte e direzione ma con ultras e birra per far cassa (prezzi ridicoli trovati on line nei commenti).
2)Navi da crociera mirabolanti inaugurate da vip e influencer da ogni dove ma senza genovesi.

La distanza della città dalla cultura e l’esclusione dei genovesi dal loro porto vale tanto quanto dei fuochi d’artificio? 10 minuti di suono, luci e fumi portati via dal vento. Speriamo che almeno la focaccia domani sia buona! Forse da genovesi vince sempre il #batterseneilbelino????”.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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