“30 anni di filosofia”. La ‘ndrangheta in liguria. Interessi e affari

Ascolterete le voci degli “uomini d’onore”. Sicure e orgogliose di sé.
Attraverso le intercettazioni ci raccontano la strada delle cosche verso l’accumulo di un capitale poco pulito, costruito sotto l’ombrello protezionistico dello scoraggiamento della concorrenza.
Ci raccontano di una forza di mercato fondata sulla capacità di intimidazione, che consente all’impresa mafiosa un profitto monopolistico precluso alle altre realtà produttive.
Una forza ben consolidata e riconosciuta che non necessita di violenza esplicita ma, anzi, trova la sua essenza nella “pax mafiosa”, uno stato di calma apparente dove tutto appare legale, anche le tangenti.

Non le trattiene alcun timore per le istituzioni, né per le forze dell’ordine.
Nessuno scrupolo morale.

Ascolterete dalla voce narrante di Antonio Amorosi – giornalista e autore dei libri inchiesta “Tra la via Emilia e il clan” e “Coop connection” – come le infiltrazioni negli appalti e subappalti liguri siano radicate da almeno trent’anni,come le cosche riescano ad ottenere finanziamenti previsti per opere di contrasto alla mafia, come ci si auguri una disgrazia per ottenere un incarico di somma urgenza che porti profitto alla famiglia: “Adesso c’è un momento di calma. Speriamo che si rompa un altro tubo sennò è un casino”.

Simona Tarzia
© riproduzione riservata

Il link alla prima puntata:

“30 anni di filosofia”. La ‘ndrangheta in Liguria

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *